La “fogna” del liberalismo economico

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La “fogna” del liberalismo economico? I giganti della tecnologia hanno trasformato San Francisco in un incubo distopico di dipendenza, barboni e criminalità.

Senzatetto che fanno uso di eroina in centro in pieno giorno

La bella città sulla baia, dove Tony Bennett ha notoriamente lasciato il suo cuore e che si pone come un faro di progressività, ha più miliardari pro capite di qualsiasi altra sul pianeta.

Non molto tempo fa, una casa con sette camere da letto è stata venduta per 38 milioni di dollari, mentre al ristorante Saison, premiato con una stella Michelin, il “menù fisso” parte da 298 dollari a testa e le prenotazioni richiedono un deposito di 148 dollari a persona.

Le autorità cittadine hanno un enorme budget di 12 miliardi di dollari, 31.800 dipendenti che ricevono una media annua di stipendio e pacchetti di benefit di 175.000 dollari.

Eppure, la marea di senzatetto, tossicodipendenti e malati mentali che si aggira in città è diventata così numerosa che si ipotizza che San Francisco potrebbe essere più insalubre di alcune delle baraccopoli più povere dell’Africa e dell’Asia.

Oracle, uno dei giganti della tecnologia con sede nella vicina Silicon Valley, ha spostato una conferenza per 60.000 persone a Las Vegas a causa della tossica combinazione di “cattive condizioni delle strade” e di costosi hotel.

A ciò, ha fatto seguito un’associazione medica che ha spostato la sua convention da 40 milioni di dollari da San Francisco per i timori riguardo la sicurezza a causa dei sordidi accampamenti di tende e del palese uso di droghe ovunque in città.

“Le mega aziende fanno accordi, parlano di assistenza sanitaria e di networking. Eppure, per le strade, ci sono i senzatetto che si iniettavano cocaina”, ha twittato Kistein Monkhouse mentre partecipava a una recente conferenza di J. P. Morgan per 9.000 persone.

E’ una crudele ironia che tanto squallore e disperazione si trovi nella base californiana di tutti quei titani tecnologici miliardari che cercano di rimodellare il mondo a loro immagine e somiglianza.

San Francisco ha sempre avuto dei vagabondi, ma non abbiamo mai visto niente del genere”. È diventata la visione di una sorta di strano futuro distopico”, dice Joel Kotkin, professore di studi urbani molto rispettato in città.

Può tirar fuori delle statistiche schiaccianti per sostenere la sua affermazione secondo cui San Francisco simboleggia la discesa del Golden State nel “feudalesimo high-tech”, che comprende i più alti livelli di povertà dell’America, i peggiori tassi di criminalità e il più grande divario tra i redditi medio-alti.

Ma una statistica spicca: quasi la metà dei senzatetto negli Stati Uniti si trova in California, secondo un recente studio della Casa Bianca.

E San Francisco, una città relativamente piccola che ospita giganti della tecnologia come Twitter, Uber e Airbnb, ha il più alto tasso di cittadini “non protetti”, dieci volte la media nazionale.

Il titolo dell’album del 1976 del mitico Ian Hunter dei Mott the Hopple “All American Alien Boys“ ritorna in mente ridondante e attualissimo.

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