La finta pace di Conte

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Tutti vorremmo la pace e tutti vorremmo uscire dall’incubo di una guerra nucleare.

Nessun essere umano sano di mente può pensare il contrario. Ma l’iniziativa di Giuseppe Conte che vuol farsi promotore di una manifestazione per la pace, in ciò trovando sponda nella sinistra radicale e massimalista (da Rifondazione Comunista e Unione Popolare e via dicendo) e nella parte più a sinistra del mondo cattolico, suscita qualche sospetto.

La vicinanza del Movimento Cinque Stelle alla Russia è notoria, peraltro con più di una zona d’ombra e le posizioni assunte dal partito nella scorsa legislatura denotavano una certa simpatia per le posizioni russe.

Ma v’è dell’altro.

Conte come leader di una sinistra massimalista

Da tempo oramai il leader dei Cinquestelle si sta accreditando – con un magistrale balzo trasformistico – come capo di un movimento sinistroide trasversale intenzionato a cavalcare anche la storica battaglia del pacifismo che da Bertinotti in poi è stato un “must” della sinistra radicale.

Eppure, visti i precedenti contiani, questo suo improvviso anelito per la pace e la diplomazia suona solo come un assist a Vladimir Putin.

Non va dimenticato, infatti, che il Movimento 5 Stelle si è opposto all’invio delle armi in Ucraina, ha cavalcato la paura del taglio del gas esattamente come adesso sta cavalcando la paura della bomba atomica.

In ciò, glissando le responsabilità della Russia in questa crisi internazionale (“Putin ha sbagliamo ma….”) che, peraltro, si va facendo sempre più grave ed estesa, proprio partendo dal precedente creato con “l’operazione militare speciale”.

Ad esempio, è di queste ore la preoccupazione – portata in sede ONU – della Grecia riguardo a mire espansionistiche turche nell’Egeo.

Cattive compagnie

In questo quadro allarmante, il pacifismo di facciata agitato da Conte pare più l’ennesimo tentativo di farsi catalizzzatore del movimento putiniano di sinistra che annovera i vari Orsini, Santoro, De Magistris (e personaggi vari di sinistra). Insomma la compagnia che si è scelto l’Avvocato del Popolo fa dubitare della serietà delle intenzioni. Il sospetto è di essere in presenza del solito populismo in salsa grillina che strumentalizza tutto a fini di bottega., anche il Vaticano e il Santo Padre.

La posizione del Vaticano

Non vi è dubbio che Papa Francesco sposi l’idea della pace, e il Vaticano molto si è speso e si sta spendendo per giungere a una soluzione diplomatica della guerra. Non solo, recentemente, Papa Bergoglio, ponendo fine a una pur obbiettiva ambiguità del Vaticano, ha dichiarato lecito e morale l’invio di armi in Ucraina a scopo difensivo. A differenza di Conte che invece ha sempre ostacolato ogni risoluzione in tal senso da parte del Governo italiano. Insomma, che adesso si voglia strumentare la legittima aspirazione pacifista del Pontefice è semplicemente ridicolo.

Unità occidentale senza ambiguità

Al contrario, come Giorgia Meloni ha fatto intendere in modo inequivocabile, non è il momento di dividere il fronte europeo e atlantista. Non è il momento di mostrare cedevolezza riguardo a quelle che sono le storiche alleanze del nostro paese, seppur nel legittimo diritto di critica agli alleati. Non è il momento di mostrarsi indecisi sull’appoggio all’Ucraina.

Su tutte queste cose, invece, Conte è sempre stato poco trasparente nelle sue posizioni. Pertanto sarebbe il caso di rispedire al mittente inutili strumentalizzazioni di una cosa seria come la pace e, se proprio si vuol fare la manifestazione, che almeno questa abbia come sede l’ambasciata russa.

Fosse mai che qualcuno si ravveda.

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