La fine industria automobilistica

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La fine industria automobilistica

È di oggi la dichiarazione di Elon Musk: ‘Senza barriere commerciali, i cinesi demoliranno il settore’. Oggi in borsa, tutto il settore automobilistico è in crisi.

L’associazione di idee appare quasi scontata

Purtroppo, quando si evocano barriere e dazi, la storia insegna che i primi a rimetterci sono i più deboli.

Il settore auto in Europa è destinato all’estinzione nel 2035 con la messa al bando delle auto a combustione interna, ammesso che ciò possa realizzarsi. In ogni caso, il danno è fatto. Non molto tempo fa, l’ex Presidente del Consiglio Prof. Prodi aveva messo in guardia sull’opportunità di riconsiderare la politica ecologica europea in materia di motorizzazione, sostenendo l’innegabile supremazia cinese nel settore delle auto elettriche.

Nel 2023, le auto completamente elettriche hanno rappresentato poco meno del 5% delle nuove immatricolazioni, e nel resto d’Europa, al massimo, le immatricolazioni hanno raggiunto poco più del 14%, nei migliori casi.

A questo punto, il buon senso dovrebbe far ripensare seriamente le scelte fatte forse troppo frettolosamente e riconsiderare la data del 2035

Tesla ha mancato tutti i target, e questo potrebbe essere il canto del cigno. Sentire evocare dazi e barriere è un segnale di palese inadeguatezza che prelude a un periodo nero per tutto il settore auto, finché la politica e l’industria non torneranno ad ascoltare il mercato e i clienti anziché i guru miliardari.

A settembre dell’ anno scorso l’AD della BMW, Oliver Zipse, ha fortemente criticato la politica industriale tedesca e il divieto dell’UE sulle auto a benzina e diesel dal 2035, definendolo una negligenza.

Ha evidenziato la carenza di materie prime come litio e cobalto per la produzione di auto elettriche, sottolineando la dipendenza dall’importazione e il rischio di ricatti politici.

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