La distruzione dei valori tradizionali 

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La distruzione dei valori tradizionali

Negli ultimi tempi, soprattutto da quando vi è un governo nazionale di destra, la sinistra ha cominciato a colpire anche ciò che fa parte dei valori tradizionali della nostra cultura, dal presepe, al crocifisso e da ultimo anche le favole per bambini.

Da ultimo anche la Cortellesi, attrice e regista, nel suo monologo nell’inaugurazione dell’anno accademico dell’università Luiss, ha dichiarato che vi è “la necessità di riconoscere quei luoghi comuni, gli stereotipi, che a suo parere hanno costruito la cultura patriarcale e maschilista nel nostro Paese” “Se Biancaneve fosse stata una cozza, il cacciatore non l’avrebbe salvata”.

Oltre al fatto che Biancaneve avrebbe fatto da badante ai sette nani

Cosa ben più assurda è che Luigi Gubitosi, presidente della Luisse che dovrebbe essere un educatore, ha dichiarato che inclusione e sostegno al merito sono i valori che cercano di trasmettere ogni giorno agli studenti e che trovano, in Paola Cortellesi, un’ambasciatrice straordinaria.

Mi domando se tali personaggi vivono nella realtà o cercano solamente di pubblicizzare slogan politici disinteressandosi effettivamente di ciò che si vuole dai giovani, demonizzando favole per bambini che fanno parte della nostra cultura da sempre.

La nostra cultura è sempre stata basata sulle favole per bambini, favole che hanno sempre insegnato la verità, la lealtà, l’amore e il rispetto, e sono sempre state favole considerate “pedagogiche” per la formazione dei giovani.

Purtroppo tale sinistra vuol demolire i valori della nostra cultura che i nostri avi hanno cercato di tutelare anche andando a morire per la propria libertà e difesa della patria.

Il problema che non ha capito la sinistra è che non sono le favole che sono dannose, ma il ‘68 che ha creato una scuola basata sul sociale, ma non un sociale indirizzato al rispetto delle regole e delle proprie tradizioni, ma un sociale utilizzato per rendere più ignorante il popolo per dare ai cosiddetto “radical chic” l’opportunità di poter governare senza alcuna opposizione culturale.

Bisogna tornare ad imporre nella scuola e nella società regole che possano dare gli strumenti ai giovani per poter essere liberi di pensare ed agire nel rispetto, perché come diceva Socrate “Il sapere rende liberi, è l’ignoranza che rende prigionieri”.

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