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Home Politica

La corazzata Potemkin e Landini: un finale con bandiera rossa ammainata

di Franco Banchi
11 Giugno 2025
In Politica
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La corazzata Potemkin e Landini: un finale con bandiera rossa ammainata
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La corazzata Potemkin e Landini: un finale con bandiera rossa ammainata

Qualcuno conosce la parola dimissioni?

In un Paese normale, in un sindacato “moderno”, in un’opposizione di respiro europeo, dinanzi ad una batosta come quella degli ultimi referendum, il segretario Landini avrebbe avuto una sola opzione: le dimissioni.

E ci piace usare un’immagine cinematografica per rendere plastico questo sogno infranto. Ne La corazzata Potemkin, alla fine i marinai ammutinati, anziché essere contrastati in armi dai militari zaristi, vengono da loro accolti con canti e grida di giubilo. La bandiera rossa che sventola al loro passaggio è il simbolo di questa vittoria.

Un clamoroso “fiasco” sindacal-politico

Ma per Landini non c’è nessuno “sfondamento”, nessuna accoglienza con tanto di bandiera rossa. Più semplicemente rimane la certificazione di un clamoroso fiasco politico. Nessun popolo in rivolta ha dato la spallata finale al governo. Anzi, serpeggia in molti il sospetto che il voto referendario sia stato usato anche come prova muscolare e mero regolamento di conti interno al centro-sinistra.

Un disegno strumentale nocivo per i lavoratori e gli italiani

I problemi veri e reali degli italiani, specialmente dei lavoratori, sono rimasti nel retro-palco. Bene ha fatto la CISL, grande sindacato nazionale libero ed autonomo, a prendere una netta posizione contraria a questo disegno strumentale. Basti pensare che, solo pochi mesi fa, la CGIL (in combutta con il PD) si è messa di traverso alla proposta di legge CISL sulla partecipazione dei lavoratori nelle imprese, comunque approvata dal Parlamento.

Il matrimonio di fatto Landini-Schlein andrà avanti?

In pratica l’esito dei referendum, come un bel boomerang “intelligente”, ha bocciato all’unisono la classe dirigente sindacale targata CGIL e quella del PD. Anche il campo largo esce “ristretto”, ma i lividi ad esempio del M5SS sono meglio assorbibili. Per non parlare di Italia Viva e Azione, sempre ai margini di questo disegno neo-frontista attraverso i referendum.

Ora vedremo se il matrimonio di fatto tra Landini e Schlein andrà avanti

Quando l’ideologia guida la politica a mo’ di paraocchi, difficilmente si modificano disegni, metodi e stile. Neppure le sconfitte portano consiglio. In fondo c’è da sperarlo: la sinistra ha trovato il modo (a noi gradito) di stare all’opposizione per molti lustri.

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Tags: CALENDACONTEIN EVIDENZALANDINISCHLEIN
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