La Cassazione, il saluto romano ed il fascismo antifascista

ANTIFA

La Cassazione, il saluto romano ed il fascismo antifascista

Attenzione il fascismo può tornare.

Attenzione tra poco inizieranno nuovamente su Roma.

La destra è erede dei fascisti. Se vincono le elezioni politiche, finisce la democrazia.

Oddio la realtà è un po’ diversa:

La destra le elezioni politiche le ha vinte e la democrazia è rimasta in questo paese. I giornali sono continuati ad uscire criticando il governo. Le camice nere non si sono viste, il confine non è neanche, e men che meno i campi di sterminio.

La Cassazione ha messo un punto

Che cosa vieta la nostra costituzione? Di ricostituire il disciolto partito nazionale fascista, che governò l’Italia per vent’anni. Non si può rifondare il fascismo come struttura partito.

Se non esiste un pericolo concreto di rifondare il partito fascista, fare il saluto romano nel reato. Come non è reato dire che si è fascista. Perché non sono atti che, deprecabile o meno, possono da soli rappresentare anche solo un tentativo di ricreare una struttura.

Non si può comprimere la democrazia, la libertà di opinione, se non c’è pericolo reale per la democrazia

Recentemente si voleva fare un decreto per sciogliere Forza Nuova, prima ancora che la magistratura avesse il tempo di giudicarla.

Il tutto è abbastanza grottesco, perché si invocava un pericolo per la sopravvivenza dello stato democratico. Forza Nuova faticherebbe a trovare 100 militanti in tutta Italia. In quale modo potrebbe mettere in pericolo la sicurezza della Repubblica?

Invece diventerebbe molto pericoloso per la democrazia che fossero i governi a sciogliere i partiti politici. Non i giudici.

Per fare gli antifascisti si deve diventare fascisti?

La nostra costituzione non permette di censurare le opinioni o le idee. I regimi hanno sempre censurato le idee, non le democrazie.Hanno sempre avuto la matrice comune di proibire libri, proibire pensieri, pubblicazioni. Hanno criminalmente penalizzato le carriere di chi non si allineava. Hanno deciso di mettere al rogo testi.Hanno impedito alle persone di manifestare il loro dissenso.

Le democrazie debbono difendere qualunque dissenso. La democrazia si alimenta nel dissenso. Alla sua base c’è il dissenso.Un regime vive per il consenso assoluto una democrazia democrazia perché consente qualunque idea, qualunque dissenso al proprio interno.

Il nostro essere democratici non viene misurato in base al livello del livore con il quale ci indigniamo contro chi non è  d’accordo con noi. Ma sulla nostra capacità di difendere il diritto di quest’ultimo di manifestare liberamente tale pensiero. Anche se lo detestiamo Soprattutto se lo detestiamo.

Se reprimessimo il dissenso noi i dittatori. Quelli delle maniere forti,  i nemici della democrazia, i fascisti, oppure gli stalinisti.

Se oggi i pericoli per la democrazia non vengono da chi parla di antifascismo?

Non è pericoloso quando addirittura una sezione dell’Ampi organizza.un convegno che mette sullo stesso piano gli israeliani di oggi e i nazisti?

Non è pericoloso quando a Roberto Vannacci si impedisce di presentare il proprio libro?

Non è quello che faceva il fascismo, impedire di lavorare ai professori che erano in dissenso rispetto alla politica del regime?

È accettabile il fatto che la maggior parte degli organi di informazioni mettano all’indice e alla gogna mediatica qualsiasi idea che non sia conforme al politicamente corretto?

Non è fascismo il politicamente corretto?

Non vive censurando delle opinioni, imponendo senza ammettere critiche un pensiero totalizzante e totalitario nella sua visione delle cose?

Non alla stregua di un fascista chi vuole che le favole per bambini e i film si conformino al nuovo modello culturale? Forse non è fascista perché si ispira all’educazione sovietica? Educazione che non amava gli omosessuali, ma che imponevano educazione di Stato ed una morale di Stato. L’imposizione è sbagliata, cosa impone non è importante. È l’imporre il gesto caratterizzante della natura antidemocratica dei regimi.

Alcuni vogliono un’educazione imposta dallo Stato

Che però non deve orientarsi in base ai governi ma deve, per difendere teoricamente la democrazia e la libertà di tutti, imporre gli stereotipi culturali di una parte, a discapito del pluralismo e dei diritti delle famiglie sull’educazione dei propri figli?

Non è fascista dire che Benedetto XVI non poteva andare alla Sapienza?

Se fosse stato contestato il Papa per i suoi discorsi, questo sarebbe rimasto nell’ambito della democrazia. Impedirgli di parlare è un gesto indegno di una civiltà democratica.

E poi se si richiama tanto il periodo dell’olocausto delle leggi razziali dobbiamo porci un inquietante quesito

Non è che il ritorno all’odio verso gli ebrei  stia venendo molto più da frange culturali vicine alla sinistra che vicine alla destra?

Vogliamo forse parlare dell’odio verso lo Stato di Israele? Del descriverlo come uno stato colonialista, e del dipingere sempre solo ed esclusivamente gli altri come i buoni?

Praticamente anche gli attacchi terroristici subiti da Israele, sarebbero una colpa di quest’ultimo legata ad un iniqua presunta invasione.

Non è che per voler tanto fare gli antifascisti, alla fine ci si va a conformare ad un totalitarismo analogo che ci porta ad essere fascisti, chiamandoci in un altro modo?

Tutti i regimi vanno condannati. L’ideologia che hanno alla base non conta. Vanno condannati perché sono totalitari e liberticidi, perché usano metodi che contrastano la dignità, la libertà ed i diritti degli esseri umani

Il fascismo e l’antifascismo non sono la stessa cosa. Allora diamone dimostrazione

Perché l’antifascismo come difesa della democrazia è e deve essere un valore condiviso da tutti. Però esiste un altro antifascismo, che non può essere un patrimonio comune.

L’antifascismo che diceva che uccidere i ragazzi di destra negli anni settanta non fosse reato, di chi va a dare a fuoco alle sedi di altri partiti. L’antifascismo delle Brigate Rosse, di chi si augurava che l’Italia finisse nell’orbita sovietica, sostituendo il fascismo con un altro regime totalitario, l’antifascismo dei centri sociali antagonisti non può non deve essere un valore condiviso.

Perché non è altro che un regime che pretende di essere buono e unico difensore della verità e della giustizia. Esattamente come chi dice di combattere.

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