La capannuccia , così si appella in Toscana il presepe, senza personaggi

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La capannuccia , così si appella in Toscana il presepe, senza personaggi. O peggio

Dal presepe estromesso dalla scuola a quello con due donne, in Chiesa.Ma chi è la mamma?

Per non creare malumori nelle famiglie dei bambini di altre religioni, in molte scuole di questo martoriato Paese si sono preparate recite natalizie senza riferimenti cattolici, senza il nome di Gesù, senza Natività. Naturalmente le maestre si sono date da fare per giustificarsi : spesso la metà dei bambini che frequentano la scuola è di origine islamica o comunque di altre confessioni religiose.

Un esempio, la scuola primaria “Edmondo De Amicis” di Agna, in provincia di Padova

Dove , ovviamente, ad infuriarsi sono stati i genitori degli alunni italiani, cattolici e laici. Infatti hanno scoperto casualmente che i testi natalizi previsti , sono stati cambiati e modificati . Uno dei genitori, all’inizio incredulo, ha potuto toccare con mano leggendo le frasi che inizialmente gli alunni avrebbero dovuto cantare, tagliate su determinate parole. E si è ribellato, insieme ad altri genitori che non erano stati messi al corrente dalle suddette maestre. Non è affatto giusto arrivare a questi livelli per rispettare gli altri e non noi stessi e le nostre tradizioni. Indipendenti o meno dalla religione.

Chi vuole vivere qui deve adeguarsi alle nostre tradizioni e alle nostre norme, proprio come facciamo noi quando visitiamo i loro Paesi. A maggior ragione se là ci trasferiamo.

Non c’è altro da sottolineare

Per non dire di quanto accade a Monfalcone dove il sindaco di ferro Anna Maria Cisint, aveva già chiuso a novembre due centri culturali islamici, che non rispettavano le regole.

Nuove polemiche per un’altra ordinanza , che vieta le preghiere islamiche nel piazzale di un’area di un vecchio market. L’imam e i suoi collaboratori che gestiscono il circolo di area vorrebbero utilizzare il piazzale per la preghiera. Il sindaco ne ha vietato invece l’utilizzo respingendo altresì l’accusa di xenofobia.

Sottolineando, altresì, la prevaricazione di diverse persone di origine straniera e dando l’allarme per la crescita esponenziale delle medesime.
“I bengalesi si stanno comprando tutto: appartamenti, attività commerciali, anche interi stabili. Hanno deprezzato tutto, dove arrivano, gli italiani non comprano più… Ci vogliono cancellare”.

Ma la storia non finisce qui

Abbiamo toccato il fondo , anzi, oltrepassato il medesimo quando si è appalesato un presepe blasfemo.
Un prete, che tanto prete non è, almeno in coscienza, don Vitaliano Della Sala , ha avuto la malsana idea di mettere «Due mamme nel presepe: la luce del Natale quest’anno la vedo risplendere anche su queste famiglie colpite da critiche e condanne disumane e antievangeliche». Ha infatti allestito il suo presepe nella parrocchia di Capocastello escludendo il personaggio di san Giuseppe. Niente maschi, niente padri, ancorché putativi, bensì una seconda figura femminile a fianco della Madonna. Della mamma di Gesù. L’intento, provocatorio, di questo pseudoprete, sarebbe quello di sollecitare e istigare la Chiesa a interrogarsi su tutte le tipologie di famiglia, in modo inclusivo, cioè senza “esclusioni”. Sostenendo in modo iperbolico la famiglia arcobaleno.

E ci mette di tutto nelle ragioni della sua scelta blasfema

Dalla società che escluide i poveri, i bisognosi, ai migranti respinti in mare. Dalla Chiesa che , a suo dire, respingerebbe ai margini autentici testimoni di Gesù Cristo che urtano il potere, relegandoli non si sa dove. Dai “poveri di Dio”, soli e con disturbi psichici abbandonati dalle istituzioni, che percorrono strade sulle quali inciampano scandalizzati, i benpensanti.
Ma secondo lui, lui che tutto sa, l’avvenire della Chiesa sarebbe proprio nell’inclusività . Dal
Se qualcuno riuscisse a spiegare la logica di queste posizioni, gliene sarei grata.

Si leva un grido anche dalla Camera.”Continuando di questo passo , arriveremo a togliere anche l’identità divina a Gesù.” Una delle reazioni politiche, soprattutto del centro destra destra. «Un esercizio di fantasia che denota come una parte della Chiesa interpreti il progressismo come deformazione assoluta del cristianesimo».

Il presepe è un simbolo universale, culturale, che va salvaguardato, perché un popolo che rimuove le proprie radici rinuncia al suo futuro. Il presepe esprime soprattutto valori di pace e fratellanza, di tolleranza e di comprensione reciproca. Questo gesto blasfemo appare come una esibizione fuori luogo.

Infatti certi spazi di intimità religiosa dovrebbero essere lasciati alle percezioni individuali evitando provocazioni. Specie da un uomo di Chiesa

Del resto far scomparire San Giuseppe e mettere due mamme sul presepe è sicuramente il modo peggiore per rilanciare il tema dell’omofobia. “Si fa un torto proprio a tutti quegli uomini che come lui hanno vissuto nell’assoluto e devoto rispetto verso le donne”.
Le esternazioni del prelato , i suoi modi di intendere la Chiesa, si presentano non tanto come spirituali ma, piuttosto , come mania di protagonismo. Evidentemente il prete attivista non si rende conto che è proprio lui ad allontanare, se non escludere, i fedeli, esercitando un potere, un aspetto, politico più che fideistico, che non andrebbe mai esercitato nelle chiese.

Chi frequenta i social, si sarà certamente imbattuto in uno strano post, fra il serio e il faceto, più inclusivo e laico. Così come è stato proposto. Questa la descrizione:
“Non contiene più animali per evitare maltrattamenti. Non contiene più Maria, perché le femministe credono che l’immagine della donna non possa essere sfruttata. Quella del falegname Giuseppe, anche quella, non c’è perché il sindacato non lo autorizza. Gesù Bambino è stato rimosso perché non ha ancora scelto il suo sesso, se sarà maschio, femmina o qualcos’altro. Non contiene più i Magi, perché potrebbero essere migranti e uno di loro è nero (discriminazione razziale, xenofoba). Inoltre non contiene più un angelo, per non offendere gli atei, i musulmani e altre credenze religiose.

Infine, abbiamo eliminato la paglia, a causa del rischio di incendio e perché non conforme alla norma europea NF X 08-070

È rimasta solo la capanna, realizzata in legno riciclato proveniente da foreste conformi agli standard ambientali ISO ( ma se è alta meno di 2.70 non ha l’abitabilità, devo controllare… )”
Lo scherzo è stato anche divertente, nonostante non lo sia affatto il concetto che esprime. Dove il rispetto delle minoranze prevarica alla grande quello della maggioranza. Cioè tutti i cittadini che vogliono essere lasciati in pace e continuare a vivere con le proprie abitudini e fare le loro scelte. Nel loro Paese.

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