Italia – Inghilterra. Doveva succedere prima o poi

Inghilterra

Oggi si gioca Inghilterra – Italia. Ghandi disse: prima ci ignorano, poi ci deridono, poi vinciamo.

E voi inglesi lo state facendo con i vostri titoli sui giornali dove ci presentate sempre con la pizza in mano. A ben vedere il vostro roast beef è la nostra bistecca. Alla fiorentina. Noi sapevamo mangiare nell’Alto Medio Evo. Voi tutt’oggi non si sa.

Siamo venuti in Britannia qualche secolo fa. Anzi, nel 53 d.c. Giulio Cesare dopo la conquista della Francia, la Gallia, decise con la sua Decima Legio di passare la Manica e vedere chi e cosa abitava quella isola. Che lui chiamò per l’impero, Britannia. Piena di Druidi, Pitti, e barbari in confronto ai quali i Galli erano dei signori. Tecnicamente neanche barbari erano. Però non era facile batterli e dopo un giro di un paio d’anni, il nostro Giulio Cesare se ne tornò in Continente perché non valeva la pena rincorrere quei dannati da Dio.

Eppure sono gli unici che insieme a noi Italiani, per meglio dire, a noi fiorentini hanno segnato un epoca a livello mondiale. Noi con il Rinascimento, che perfino oggi, Von der Lyen in testa per venir fuori da questa pandemia ha detto che l’Europa doveva avere un nuovo rinascimento e che partisse dove nacque, dalla Firenze Medicea.

Il colonialismo d’Inghilterra

Gli inglesi con il loro colonialismo, tutt’oggi, con il Commonwealth, abbracciano il mondo economico mondiale. Frutto del periodo della rivoluzione industriale, a fine ‘800. Quando noi italiani ad esempio, con Garibaldi, Mazzini, Carlo Alberto e Cavour eravamo alle prese della nascità di una nazione, l’Italia, che prima non c’era. Per le nazioni Europee, c’erano i Medici e la Chiesa, e poco più.

Di valli ce ne sono due: uno chiamato Adrianeo, o Vallo di Adriano. Inseguire i britti oltre era una gran perdita di tempo, oltre non c’era niente. Solo piccole tribù e niente altro. Ma i romani, grandissimo esercito conquistatore senza uguali nella storia dell’umanità, con Antonio costruirono duecento chilometri più a nord, praticamente sul confine odierno che divide la Scozia dall’Inghilterra, un secondo vallo. Il Vallo Antonino appunto oltre il quale la civiltà romana non andava portata perché oltre nella brughiera scozzese non c’era nulla.

I romani uscirono dalla Britannia nel 400 d.C. poco più. Fu la Nona Legio che lasciò purtroppo il tributo più ampio nella conquista di questi territori, e molti libri e molti film ricordano questo passo. Dopo nessuno più è entrato nella Britannia.

Il Re d’Inghilterra coi soldi fiorentini

Ma anche questo non è vero. I Bardi ed i Peruzzi grandi famiglie potentissime nello scacchiere europeo del 1200, avevano finanziato il re d’Inghilterra Edoardo III nella guerra dei cent’anni. Nel 1343 si rifiutò di restituire i debiti contratti ai Banchieri Fiorentini, costringendoli al fallimento. I fallimenti in serie delle banche fiorentine diedero poi la spinta alla nascita della Firenze Medicea. E i debiti erano tali che il Villani scrisse che “valean un Reame”, quello d’Inghilterra appunto, che era dunque nelle mani del creditore, i banchieri fiorentini.

Ma i legami con il nostro territorio vanno da quei giorni ai giorni nostri. Ricordo ancora la Rolls con lo sguardo di Diana e Carlo che salutavano noi fiorentini nel loro viaggio di Nozze a Firenze per vedersi con le famiglie nobili fiorentine, uniche famiglie private viste in Italia, oltre ai ricevimenti ufficiali. Ma è noto che Kate Middleton, moglie di William il suo 19mo anno d’età, prima di recarsi a Saint Andrews all’Università, lo ha passato a Firenze. Per studiare il nostro gusto e la nostra storia dell’arte.

Il calcio

Ma veniamo al Calcio. Loro dicono “il calcio torna a casa”, perché credono che il calcio lo hanno inventato loro, ma forse ne hanno scritto solo le regole moderne.

In Via delle Terme, a Firenze, c’è una piccola lapide messa nel ‘400 dove i Priori impedivano il “Giuoco del Calcio” ai ragazzi di strada perché davano fastidio alle persone ed ai commerci.

Perché si chiamava Giuoco del Calcio? Semplice perché per fare un punto si doveva prendere a calci oppure con le mani una palla. Nel secondo ‘500 fu ovviamente codificato e descritto come gioco di 27 contro 27, con gli Innanzi, gli attaccanti, e gli sconciatori, i difensori, e i portieri.

Cari Inglesi, un conto sono il resto degli Italiani che magari di queste tradizioni non sono molto a conoscenza, ma noi fiorentini il 17 febbraio, come nel 1530, ci ritroviamo per celebrare la partita dell’Assedio. Ed il nostro eroe locale, Francesco Ferrucci, ucciso a Gavinana a luglio di quell’anno, un certo Goffredo Mameli lo ha inserito nella terza strofa del nostro inno nazionale.

Purtroppo noi vi potremmo invidiare la tradizione, la capacità di essere pragmatici. Ma anche qui da noi abbiamo Dio, che con Enrico VIII voi avete cambiato in scisma per via dei divorzi del vostro sovrano. Patria, giovane fatta a fine ‘800, figlia di carbonari e di uno chiamato Garibaldi. Eroe di due mondi, che Mazzini sperava che in qualche sua azione morisse, che avete aiutato con la vostra flotta nel Tirreno a sbarcare a Marsala.

Cari Inglesi, prima o poi ci dovevamo reincontrare, su un campo di Calcio. E come il vostro Winston Churchill dice: Gli italiani fanno le guerre come delle partite di calcio e giocano a calcio come se fossero in guerra.

Che la pace trionfi dunque, dopo una guerra di 90 minuti!

 

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