Io vorrei, non vorrei ma se vuoi

Cesare Battisti catturato in Bolivia e (forse) estradato in Italia.

Esulti il mondo accademico! Un altro intellettuale che ha dovuto lasciare la Patria per vedere esaltata la sua arte di fine scrittore e uomo di cultura, finalmente varcherà i confini nazionali per tornare ad abbracciare altri illustri colleghi che prima di lui hanno dispensato lezioni universitarie a giovani menti desiderose di apprendere.

I vari Sofri e Schettino non saranno più soli. Adesso il pluriomicida, multiergastolano, superlatitante Cesare Battisti, dopo il suo esilio forzato in Brasile è stato rintracciato in Bolivia. I più cattivi diranno che è stato arrestato. Squadristi! In verità è stato richiesto da vari atenei per instillare perle di vita vissuta, saggezza e pace nei cuori degli studenti.

Un po’ come il dott. Ernesto Guevara, conosciuto dai più come Che, che dalla natia Argentina (dove era un qualunque, banale sconosciuto) dovette emigrare prima a Cuba e poi in Congo per veder riconosciuta la sua arte di massimo esperto guerrigliero e assassino. Oggi in Italia idolatrato come espressione di pace.

C’è da dire che il nuovo presidente (fassista) brasiliano Bolsonaro ha mantenuto la parola data e sta impacchettando con tanto di fiocco (rosso, ovviamente) Cesare il martire per rispedirlo in Italia. Un applauso alla coerenza.

Adesso starebbe a noi riuscire a mandarlo dove più gli spetta: un carcere duro, da dove non debba più uscire. Questa nazione, questo popolo, mi pare già troppo stanco di delinquenti che invece di marcire giustamente dietro le sbarre, presiedono cattedre che non meritano, vengono invitati come ospiti vip a feste à la page, appaiono in televisione intervistati da fior di opinionisti.

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