In morte della Patria!

Dobbiamo guardare in faccia la realtà. Il fatto che un giudice abbia deciso di scarcerare Carola Rackete, ha danneggiato gravemente il prestigio del paese. Un giudice si è potuto permettere, senza essere stato chiamato a questo ufficio dalla volontà del popolo, di pregiudicare gravemente il futuro della nostra patria. Non solo per il già gravissimo fatto che l’Italia era impegnata a livello internazionale in una prova di forza sulla tutela dei propri confini, ad impedire l’accesso della Sea Watch, avvenuto poi a danno dei nostri finanzieri, e ancor di più successivamente di punire esemplarmente chi aveva osato violare la nostra sovranità, era un momento fondamentale per la credibilità del nostro paese.
Questa signora ha fatto male all’Italia. Il dato di fatto oggettivamente rilevante è questo!

Guardiamo ora il contesto internazionale che abbiamo davanti, con una Libia totalmente destabilizzata e il potenziale rischio di decine di migliaia di persone che potrebbero partire verso i nostri porti.
Ma ancor più gravi sono le motivazioni della scarcerazione di questa signora. Una persona che viola la sovranità delle acque territoriali italiane può forzare un fermo dei nostri militari perché ha un dovere Superiore. Quindi da ora in poi tutti coloro i quali ritengono di avere un dovere superiore saranno liberi di violare la nostra sovranità, di portare chi voglio nei nostri porti non sulla base di valutazioni che fa lo Stato riguardanti il pericolo o meno di vita, che difficilmente può considerarsi imminente per persone che sono su un imbarcazione alla quale prestiamo soccorso medico e viveri di conforto, ma sulla nera interpretazione del comandante di una nave che non risponde al nostro paese ma può resistere ai soldati che ne tutelano la sovranità.

Ovviamente neanche parliamo del fatto che i soldati possano difendere se stessi o i confini. Credo che difficilmente un tribunale militare di una potenza occupante avrebbe pronunciato una sentenza così gravemente lesiva del nostro diritto di considerarci un paese sovrano.
La portata dei danni della sentenza di questa signora sta arrivando adesso, in questi giorni mentre la nave Alex attracca. Ora si chiama Alex, domani si chiamerà in altro modo, ma domani saranno molte altre. Perché adesso hanno un motivo in più per venire, in chiaro segnale di cedimento. Il ministro dell’interno Matteo Salvini vuole tutelare i nostri confini, ma c’è un fronte interno che spinge per far crollare i nostri confini. Abbiamo fronte interno di italiani nemici dell’Italia.

Churchill rimane sempre attuale, un tempo eravamo ventre molle dell’Europa ed ora lo siamo ancora .
Abbiamo due paesi. Un paese che resiste, un paese che collabora alla fine della nostra sovranità.
Secondo la parte che prevarrà sapremo se ci sarà ancora tra vent’anni un’Italia.

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