In fondo i politici amano ancora colorare con i pennarelli

La giornata del 4 novembre in Italia ed in Usa è solo questione di colori

I politici, si sa, sono dei bambinoni che amano i pennarelli.

La giornata del 3 novembre è stata caratterizzata da una caleidoscopica cascata di colori.

Pastelli, colori, matite colorate.

Questo accomuna giornalisti e politici dall’America all’Italia, dal Manzanarre al Reno.

Bandierine da piantare sui plastici di berlusconiana e vespiana memoria.

I giochi per bambini

Fin dalla prima mattina, e per chi è stato nottambulo come il sottoscritto in compagnia di Chicco Mentana, già nelle ore piccole la cartina degli Usa si è magicamente vestita di rosso e blu.

Il rosso, tradizionalmente colore dei repubblicani, il blu dei democratici, in varie nuance via via che gli Stati venivano assegnati con maggiore certezza.

Colorare senza andare fuori dai bordi, senza commentare in maniera impropria, è stato compito via via sempre più difficile.

Più calava la palpebra più la mano si faceva lenta ed imprecisa.

Più il candidato favorito si avvicinava alla conquista dello Stato più la mano si faceva frenetica a concludere il riempimento dello spazio colorato.

Cosa apparirà

Come in una settimana enigmistica interattiva da spiaggia, i vari coriandoli colorati si compongono nello schermo, tutti, conduttori, commentatori e politici cooptati di turno, sono felici e sorridenti.

Riempiono le caselle con i pennarelli  eparlano a vanvera.

Manca la didattica a distanza e poi siamo a posto. Scaricheranno le cartine da internet e le coloreranno da casa.

L’Italia delle zone colorate

L’ultimo dpcm firmato nella notte tra il 3 e il 4 novembre dal premier Conte prevede una serie di norme differenziate tra regione e regione.

Regioni prima verdi poi gialle, poi di nuovo verdi.

Comuni a tutti alcune norme come il coprifuoco dalle 22 alle 5, la dad al 100% per le scuole superiori, la chiusura ai centri commerciali nel week-end e il limite del 50% per il trasporto pubblico.

Poi ci sono norme più stingenti previste zona per zona.

L’Italia sarà dunque divisa in tre fasce di colore: rosse, infezione più grave, arancioni, livello di contagio intermedio e gialle, ospedali in affanno ma con posti letto disponibili.

La zona gialla sostituisce quella verde in quanto Palazzo Chigi non vuol fare passare il messaggio che la zona verde possa essere esente da rischi e problemi derivati dalla diffusione della pandemia.

Ci mancherebbe.

E poi c’è da considerare che Speranza aveva finito il verde, e Salvini non glielo vuole prestare.

Il verde è suo e gli serve. Sennò lo dice alla maestra, che Speranza, cui manca il verde (strano), ruba i suoi pennarelli.

Mettici l’alcool, pare gli abbia detto, ma lui per dispetto ha fatto tutto giallo mezzo stivale.

Così non si osserva che quasi tutte le regioni sono in mano al centro destra. Quindici a cinque per l’esattezza.

E in più Zingaretti può colorare di rosso la Lombardia.

Ma prima l’aveva fatta arancione, e con il rosso sopra è venuto un mezzo pasticcio.

Un pasticcio veramente.

Il tutto  sui banchi a rotelle e nel rispetto delle normative di distanziamento.

Ci mancherebbe.

Altrimenti la Azzolina, che con un pastello rosso si è impiastricciata mezza faccia, si arrabbia e inizia a strillare.

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