Il testamento biologico: l’ultimo vero gesto d’amore
Il termine “testamento” fa subito pensare alla distribuzione della nostra ricchezza dopo la morte, quindi al denaro e ai beni materiali.
Il testamento biologico, invece, riguarda un ambito completamente diverso: è un atto con cui una persona esprime le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari e cure mediche in previsione di una futura incapacità di autodeterminarsi
In altre parole, è un’espressione di libertà personale e dignità, non di ricchezza. Mentre il primo parla di ciò che lasciamo a chi ci é vicino, il secondo parla di come vogliamo essere trattati da chi ci é vicino, fino alla fine.
Nel pensiero comune, parlare della propria fine spaventa. Eppure il testamento biologico non è un addio, è una dichiarazione d’amore verso la vita e chi ci ama. È il modo in cui diciamo ai nostri cari: “Se un giorno non potrò più dirvi cosa provo, voi saprete comunque cosa voglio. E sarà come se fossi ancora con voi, lucido e presente”.
È come lasciare una lettera in bottiglia per quando il rumore delle onde sarà troppo forte per farsi udire con la propria flebile voce
È un atto romantico, nel senso più profondo del termine: significa fidarsi, affidarsi, e voler lasciare un segno di tenerezza e di forza anche nell’istante più fragile.
Le motivazioni che spingono a formalizzare un testamento biologico sono le più disparate. Innanzitutto si vuole garantire il rispetto della propria volontà, ma anche alleggerire chi ci vuole bene dal compiere scelte strazianti.
Qualcuno, in particolare, teme e vuole evitare l’eventuale accanimento terapeutico e desidera che si rispetti la volontà di lasciarsi andare, quando la vita stessa viene privata della sua dignità.
Perché si tratta di una scelta che parla di vita e dí liberta
Redigere il testamento biologico non significa arrendersi. Al contrario, è una dichiarazione di speranza, un modo per affermare la propria personalità anche quando questa non potrà più esprimersi a parole, con i gesti, con gli occhi.
È uno spazio prezioso in cui ciascuno può scegliere cosa conta davvero.
Perché anche nella fine, ognuno di noi merita di essere ascoltato, amato e rispettato
Ricordo qualche tempo fa di aver letto una bozza di un testamento biologico di un mio assistito e al punto 5 c’era scritto: “A mia moglie. Se mai dovessi sembrarti incosciente, tu continua a tenermi la mano comunque, fino alla fine, perché, anche se apparentemente dormiente, il mio cuore ti riconoscerà e ti amerà comunque, fino alla fine. Poi baciami e lasciami andare”.
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