Il tempo dell’intolleranza

Ci sono certi momenti in cui si passa il segno, in cui la tolleranza diventa debolezza e stupidità da parte delle istituzioni e della società civile.
Una cosa è essere ponderati, moderati, equilibrati, ben altra cosa è eccedere talmente tanto nella tolleranza da diventare tolleranti verso ogni comportamento, quand’anchefosse quello più deprecabile.
Ieri l’eurodeputata Susanna Ceccardi, ha postato indignata sul suo profilo il video di Paul Yeboah, in arte ( facciamo finta alla stregua di ubriachi che questa robaccia indegna si possa definire tale) Bello Figo,ha girato nel dipartimento di Economia e management dell’Università di Pisa, parrebbe senza averne il permesso.
Ora con tutto il bello, con la spinta verso la grandezza e l’infinito che rappresenta un Ateneo prestigioso come quello di Pisa noi dobbiamo trovarci di fronte ad un degenerato che insulta persino l’immagine di quella che fu la città di Galileo nel mondo andando a produrre un ignobile clip dal titolo emblematico: “Trombo a facoltà”.
Su queste cose c’è il dovere civile all’intolleranza.
Intolleranza non verso una persona, intolleranza non verso un etnia intolleranza verso un comportamento offensivo e degradante nei riguardi di una città, di un’istituzione e di una sensibilità che è sempre stata di sempio al mondo.
Dobbiamo fermamente chiedere rispetto e pretenderlo laddove vengono offesi i simboli ed i luoghi che ne rappresentano la grandezza.
Qui esiste un dovere di indignarsi e non accettare l’arroganza di un imbecille che parla apertamente con disprezzo della nostra cultura e della nostra società.
Un video semplicemente volgare, che fa da cornice ad una canzone demenziale, non dovrebbe andare tanta attenzione. Se non per il fatto che tale canzone e tale video sono veicoli sprezzanti di un messaggio razzista a danno della cultura e occidentale e degli italiani, dove Bello Figo, ostenta un disprezzo palese per qualsiasi istituzione del nostro paese.
Sembra quasi un superiore tra queste ragazze svestite, che sembrano in realtà girare un porno più che un video musicale, dove lui appare come un superuomo che ha a disposizione tutte le donne italiane che vuole oltre a lauti guadagni.
Sembra il superuomo venuto nella terra degli esseri inferiori a prendere tutto quello che i locali sono incapaci di avere.
Non dimentichiamoci che il messaggio di Bello Figo è un messaggio fondamentalmente se non razzista, che richiama fortemente la superiorità di coloro i quali vengono nel nostro paese.
L’esempio della sua famosa canzone “io no pago affitto” emblematicamente dice: “Noi vogliamo le fighe bianche, scoparle in bocca
Poi vogliamo WiFFi, WiFFi anche stipendio
Io dormo in albergo a quattro stelle
Perché sono bello, ricco, famoso, nero”.
Messa da parte per un attimo l’imbecillità, resta il fatto che neppure si parla di donne in questo testo, meramente ridotte a “fighe” e che si esalta la superiorità di una razza.
Bello Figo è un offesa vivente, offesa per il disprezzo che mostra verso la sensibilità e la cultura di questo paese, un’offesa nei riguardi degli immigrati che si comportano onestamente cercando di integrarsi ed infine un’offesa verso le persone civili che conservano ancora un minimo comune senso del decoro.
Ora visto che da fonti autorevoli dell’università si apprende che il video non era stato autorizzato ( anche se viene da chiedersi come abbia potuto girarlo indisturbatamente nelle aule senza che nessuno se ne accorgesse) ci si può solo ed esclusivamente aspettare che partano le dovute azioni legali.
Questo non solo indifesa della dignità del prestigio dell’Ateneo Pisano ma anche del Decoro delle donne italiane poiché offese profondamente dall’immagine equiparabile ad oggetti di cui fruire liberamente data nel video e della nostra stessa dignità di italiani.

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