Il sogno politico

Il desiderio inconscio di un italiano arrabbiato

sogno

Ho un sogno, che probabilmente traduce il desiderio di giustizia di tanti Italiani. Ossia un sogno di mettere la comunità internazionale di fronte all’ingiustizia che viene compiuta in questo momento. Nei confronti di un uomo che, al di là di come la pensa politicamente, ha imposto un principio di legalità sulla sovranità di questo paese.

Voglio andare in Germania con cento italiani disperati, stremati dalle condizioni tragiche nelle quali è ridotto questo paese e reclamare il sussidio statale. In fondo visto Schengen me la dovrei cavare anche più a buon mercato. Spintonare un poliziotto al momento in cui mi dirà che non posso appropriarmi delle risorse del popolo tedesco a mio piacimento.

Poi vedere se la Merkel mi darà una medaglia, se i politici tedeschi si metteranno in coro a mitizzarmi e se la magistratura tedesca sarà tanto comprensiva con me da non farmi varcare le mura del carcere. Anche se ci credo poco, perché non tentare almeno nei sogni.

Come esattamente credo che se toccassi un gendarme francese non troverei un giudice compassionevole in tutta la Repubblica. Quand’anche neppure lo sfiorassi. Basterebbe solo che non mi fermassi al suo alt.

Chissà se questo lo facessi in Svizzera, dove poi in fondo non accade neanche in un sogno, perché so benissimo che non si potrebbero neanche il problema su come reagire. Se tentassi Spagna o a Malta sarei accolto a cannonate.

Non farei un tentativo neppure negli Stati Uniti, anche perché lì la Guardia Nazionale non avrebbe problemi ad aprire il fuoco.

L’autorità dell’Autorità

Tutti questi stati reagirebbero con due atti molto semplici: il primo tutelando l’integrità dei loro confini ed il loro sacrosanto diritto di stabilire chi entra e chi no, prerogativa caratterizzante di ogni stato sovrano. Il secondo invece punendo pesantemente chi, in questo caso ipotetico il sottoscritto, abbia tentato per qualsiasi ragione a mettere in discussione la loro sovranità ed ancora peggio si sia opposto alle autorità locali.

Influirebbe sulla sanzione, anche in maniera pesante, se colui il quale si fosse opposto avesse messo a repentaglio la sicurezza di pubblici ufficiali. Perché in alcuni di questi paesi in tale circostanza, avrebbero buttato la chiave. Ma sicuramente anche il solo oppormi all’autorità avrebbe rappresentato un crimine.
Il significato di questo sogno non bisogna andarlo a ricercare da qualche mago, astrologo o mistico, mi sembra palese.

Ciò che rappresenta un diritto per gli altri, in una comunità di stati sovrani, non può essere negato ad un altro stato sovrano. Non possiamo essere criticati dalla comunità internazionale per quello che fanno anche loro.
Se Matteo Salvini fosse stato americano, francese o tedesco sarebbe ricoperto di medaglie e di onori. Ma quando si tratta di Italia, dobbiamo sempre essere il porto di ingresso d’Europa ed un paese di quart’ordine.

L’Italia è discriminata dall’Europa

A nessuno è inflitto il trattamento che viene costantemente irrogato al nostro paese, nessuno subisce un atteggiamento ostile e discriminante come l’Italia.

Immagino poi quale magistrato avrebbe potuto in qualunque modo mettere in discussione le prerogative di un altro organo dello Stato in qualunque altro paese. Prima di tutto è assurda qualunque tesi, essendo un organo collegiale, che non coinvolga l’intero governo nella scelta che fece l’allora ministro degli interni.

Se a Conte non stava bene avrebbe agito differentemente, anche chiedendo in parlamento ed al capo dello Stato la revoca del ministro. Nessuno di quei signori ha lasciato il proprio posto, quindi ha assunto collegialmente una responsabilità politica su un indirizzo governativo.

Ma non è comunque ciò sindacabile. Poiché qualunque scelta politica in una democrazia liberale matura e con la separazione dei poteri assodata, è competenza esclusiva dell’esecutivo. Il governo è l’unico organo costituzionale titolato del potere esecutivo. Può in un certo senso avere un ruolo centrale in questa vicenda del parlamento, ma non si deve ammettere che chi giudica faccia la legge o governi il paese.

In nessuno di questi paesi ci sarebbe stata interferenza sulle scelte politiche di un governo costituzionale.
A questo punto c’è da rivedere qualcosa nel nostro sistema. Altrimenti in questa Repubblica decadrebbe qualsiasi contrappeso.

E rischieremmo l’ingerenza permanente di un potere dello stato verso un altro.

 

Leggi anche: Quando il catcalling lo fanno gli stranieri non conta

www.facebook.com/adhocnewsitalia

www.youtube.com/adhoc

Tweet di ‎@adhoc_news

SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT

Exit mobile version