Il ritorno tra i banchi e il divieto dei cellulari, finalmente
Lunedì 15 Settembre. Anche a Firenze riaprono le scuole. Una campanella che segna, non soltanto la fine definitiva dell’estate, ma che introduce una novità destinata a far discutere, il divieto dei cellulari nelle scuole superiori.
Le reazioni non si sono fatte attendere. I ragazzi delle prime classi, reduci dalle medie, non sembrano troppo turbati, erano già abituati a regole simili
Diverso, invece, il clima tra i liceali, c’è chi protesta indignato, chi lo vive come un affronto alla libertà personale, chi giura che non si separerà mai dal suo smartphone. Eppure, se ci fermiamo un istante a guardare oltre le lamentele, non dovremmo forse domandarci quanto spazio questo oggetto abbia ormai occupato nelle vite dei nostri figli?
Anche i genitori si dividono
Alcuni accolgono la misura con sollievo, convinti che un uso eccessivo del cellulare crei dipendenza, un fenomeno ormai dilagante sotto gli occhi di tutti. Altri, al contrario, difendono lo smartphone come strumento didattico, come se il semplice fatto che “può servire” bastasse a cancellarne gli effetti negativi quali isolamento, distrazione, incapacità di relazione autentica.
Personalmente, lo dico chiaramente: trovo questa decisione non solo giusta, ma necessaria
Anzi, suggerirei anche di cancellere il registro elettronico, almeno nella parte deputata all’assegnazione dei compiti da svolgere a casa. Mi piacerebbe rivedere i ragazzi con un diario in mano, a scrivere i compiti a penna, a prendersi la responsabilità di segnare e di ricordare. Perché è contraddittorio dire ai giovani “niente cellulare” e poi obbligarli ogni giorno a consultarlo per sapere cosa devono studiare.
E suggerisco, anche di piu, quando i vostri figli tornano a casa, create insieme spazi e tempi senza cellulare
A tavola, per esempio, si conversa e mentre si studia deve regnare il silenzio. Perché solo così potranno davvero concentrarsi su quello che fanno.
Essere un po’ “retrogradi”, ogni tanto, non è un difetto. È un atto di coraggio, di salvaguardia dei loro talenti. È scegliere di non piegarsi alla dittatura della connessione perenne.
È restituire ai ragazzi un tempo più vero, fatto di attenzione, di silenzi, di rapporti umani, di noia
Si, perché bisogna pure sapersi annoiare. In poche parole, meno cellulare e piu vita.
Buon inizio ragazzi! Daje!
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