Il regolamento di Conte

Giuseppi parla di 'nuovo corso' ma c'è ben poco in cui sperare

Conte

Le elezioni di ieri hanno delineato un quadro molto variegato per Giuseppe Conte.

Ed anche difficile da sintetizzare, ci sarà spazio per acute analisi per gli addetti ai lavori.

Una cosa è certa, però: con percentuali di poco al di sopra delle due cifre il grande sconfitto è il Movimento cinque stelle.

O meglio il suo nuovo uhm, Presidente.. coordinatore..insomma Giuseppe Conte.

La sconfitta di Giuseppi

Probabilmente i piattini erano già avvelenati, riproporre Appendino e Raggi una sconfitta sonora e sicura.

Lui si ostina a voler deformare la realtà e ad attribuirsi meriti inesistenti. Un po’ come quando parlava a reti unificate di DPCM.

“Il nuovo corso si è insediato poco prima del deposito delle liste e non ha potuto dispiegare in pieno le potenzialità, ma i dati esprimono in pieno la potenza e la possibilità di lavorare insieme con le altre forze progressiste.

I dati di Napoli e Bologna sono importanti, su Roma aspetterei perché c’è da fare una valutazione con prudenza.

Torino ci mostra di essere la terza forza. Anche i passaggi che non sono in linea con le nostre ambizioni non possono compromettere il nuovo corso. Il M5s ha scarso radicamento, per questo abbiamo iniziato a dialogare con i cittadini sul territorio, questa è la strada per proposte politiche sempre più rispondenti alle esigenze dei territori”.

Mai con la destra

La notizia è che il Movimento è un partito progressista, non che avessimo dubbi in proposito, ma pronto a votare a destra.

Sui ballottaggi valuteremo. Valuteremo sui ballottaggi se ci sono le condizioni per continuare un dialogo” con gli alleati.

Oppure dare il loro contributo fondamentale al centro destra.

Non vogliamo dare l’impressione di essere irrispettosi nei confronti dei cittadini: non c’è un pacchetto di voti che spostiamo a destra e a manca a seconda della convenienza. Sicuramente non possiamo convergere col centrodestra”.

Ma cercare di apparire decisivi sì, tentare di essere l’ago della bilancia, Renzi docet.

Ma i due Mattei sono due furboni, troppo per Conte che appare stretto tra i risultati ed una resa dei conti già pronta all’interno del Movimento.

Auguri.

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