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Home Firenze

Il potere politico e lo spazio architettonico cittadino. Storie di “Florentia”, la città segnata dai potenti

di Paolo Poli
24 Settembre 2025
In Firenze
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Il potere politico e lo spazio architettonico cittadino. Storie di “Florentia”, la città segnata dai potenti
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Il potere politico e lo spazio architettonico cittadino. Storie di “Florentia”, la città segnata dai potenti

Dalle guglie “Gotham City” (alias il palazzo di giustizia) al “cubo nero” (alias recupero dell’area dell’ex teatro comunale), passando dall’albericidio della tramvia: la città di Firenze ha perso la sua armonia storica e ha cambiato i suoi cromatismi rinascimentali

È noto nel mondo che le vedute della città sono tanto belle quanto piacevoli da generare, da sempre, ammirazione ed estasi a migliaia di turisti ogni anno; è come guardare un bel quadro e restarne stupiti .

A quell’opera d’arte, da questa estate in particolare, è stata fatto uno sfregio irreversibile ed indelebile, un vero e proprio strappo, simile ad un taglio su di una tela. Una lacerazione profonda, compromettendo irreparabilmente l’armonia del capolavoro nel suo Skyline. Come è potuto accadere?

Siamo passati dal ‘dov’era, com’era’, al liberismo incontrollato delle agenzie immobiliari multinazionali.

Nel dopo guerra tutto doveva essere rifatto allo stesso modo e nello stesso luogo; di contro, da oltre vent’anni, sono state concesse autorizzazioni alla costruzione di complessi abnormi rispetto al tessuto edilizio preesistente.

In particolare Firenze aveva l’opportunità di testimoniare l’architettura contemporanea con interventi adeguati alla propria storia, come poteva avvenire nel ‘ex area Fiat oppure con il recupero di certi edifici storici (tra questi l’area dell’ex teatro comunale appunto), attraverso un recupero intelligente di alcune aree simbolo.

‘Est modus in rebus’, ci insegna Orazio nelle sue Satire, che condensa il precetto della moderazione e del senso della misura

Molte grandi città in Europa si sono dovute confrontare con lo sviluppo urbanistico e demografico o con nuove realtà architettoniche nel recupero di aree simbolo in disuso .

Basti pensare all’area dell’ex mercato centrale di ‘Les Halles’ nel cuore di Parigi o alla zona storica della Fiera Campionaria di Milano, oggetto di un vasto progetto di riqualificazione urbana per creare il nuovo distretto ‘CityLife’; e ancora, la riqualificazione delle aree vittoriane a Londra.

Di contro, esiste un metodo Firenze, un legame indissolubile, ideologico ed impenetrabile che si è creato tra il potere politico locale e le scelte progettuali nella gestione del territorio.

Dal recupero di singoli edifici fino alla qualificazione di intere aree simbolo della città, le scelte dell’amministrazione comunale ha condizionato in modo indelebile lo skyline ed il cromatismo della città insieme agli equilibri abitativi del centro storico

Negli ultimi vent’anni chi governa la città ha alzato il livello passando dall’arredo
urbano alla riqualificazione delle grandi aree in disuso, incidendo in modo significativo sullo profilo simbolo della città.

‘Così è (se vi pare)’: forse chi doveva vigilare, ha dormito o aveva un occhio chiuso.

Sulla vicenda del “cubo nero”, molti di quelli che dovevano, hanno distolto lo sguardo. Molti di quelli che ora si indignano, hanno avuto il cantiere sotto gli occhi da anni: “tre blocchi di sette piani non passano inosservati.” (Italia Nostra ndr)

Insomma, siamo passati da una città bella e radiosa e dai cromatismi delicati ad una città caotica, grigia e senza più quei viali alberati che ci ricordano l’opera dell’architetto Giuseppe Poggi.

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Tags: CittàCOMUNE DI FIRENZECUBO NEROFUNAROIN EVIDENZA
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