Il Natale che non è Natale

I nostri valori cancellati e una parte della Chiesa compiacente

Il Natale che non è Natale.

Che senso ha festeggiare il Natale? Teoricamente riferirsi ai valori religiosi che porta il Natale.

Il Natale come lo ricordo io, per motivi anagrafici, con tanti parenti intorno ad una grande tavola, non esiste più. Non soltanto perché, per motivi di salute limito le immense porzioni di un tempo.Ma perché un popolo che non fa figli inizia ad avere sempre più vecchi e sempre meno bambini. E quando i vecchi muoiono, rimangono le famiglie svuotate. Case grandi, con stanze e sedie vuote.

Ma non c’è più il Natale, anche perché i valori religiosi che lo caratterizzavano sono stati messi alla berlina e demonizzati

E a questo bisogna dare colpa anche a gran parte del clero che gioca troppo a voler piacere al pensiero dominante dei nostri tempi.

Pensiamo a quel sacerdote che si inventa Il presepio  politicamente corretto, gender fluid. Contro il patriarcato leviamo gli uomini. Sembra poesia tornato San Giuseppe, ma senza togliere le due donne.

La prossima volta inventiamoci un bambinello concepito con l’utero in affitto.

L’Angelo è diventato l’angel*. E magari benedire non basta. Tra qualche tempo avremo anche qualche rito alternativo, che consentirà matrimoni diversi da quelli tradizionali in chiesa.

Sono curioso di vedere qualche moderno esegeta delle Sacre scritture, magari che agogna una berretta cardinalizia, tirare fuori un parere secondo il quale in realtà GESÙ voleva il pieno riconoscimento dei matrimonio omosessuali ed anzi era contrario all’esistenza di un genere. Di questi tempi potrebbe anche diventare Papa.

Ma la forza della chiesa non è stata nei tempi quella di resistere?

Quella di portare avanti valori universali e validi in ogni tempo?

Non parlo certo di tornare all’inquisizione. Dico soltanto che la parola di DIO dovrebbe essere immutabile, se è la parola di DIO. Se poi anche il CREATORE deve sottostare al politicamente corretto, allora è il caso di gettare la spugna.

Chi insegna, deve piegarsi a chi dovrebbe guidare? Eventualmente dovrà ascoltarlo, ma sei certo della direzione devi continuare ad indicarla.

Qui il pastore del vangelo sembra dover essere guidato dalle pecore

A qualcuno di questi prelati modernisti risulta che l’Islam impieghi i suoi valori al politicamente corretto?

Provi qualcuno a proporre in un Paese islamico una qualche minima apertura, che associ Maometto o Allah al gender. Vediamo immediatamente qual è la reazione sia di clericali, che dei fedeli

Volete scommettere che il clericale che dovesse osare una cosa del genere ci rimetterebbe la testa? E non sto parlando in senso metaforico, ma in senso fisico.

Vittorio Feltri coglie sempre il punto

In un editoriale apparso ieri su Il Giornale, che prendeva spunto dal rogo di un presepe, fatto da un magrebino, il grande giornalista ed ex direttore di quel quotidiano diceva, rivolgendosi all’incendiario: “Che bisogno hanno i fanatici di Allah o i devoti di Belzebù di sfregiare le Madonne e rubare i rosei Bambinelli per gettarli in discarica? Non c’è più bisogno di te, povero untorello magrebino: a disfare i presepi, pasticciandone il significato, ci ha pensato la Chiesa, attraverso i suoi rappresentanti d’avanguardia. Mi sento isolato tra i gazzettieri, ma presumo di godere del favore dei lettori, se dico che peggio ancora dei piromani del presepe, detesto chi li ha avvelenati con la cultura cosiddetta woke, politicamente corretta, antirazzista, anti patriarcato, trovando comprensione tra gli altri papaveri ecclesiastici”.

Direi davvero illuminante…

 

 

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