Il movimento woke è pericoloso

Un'ideologia basata sulla ricerca spicciola del consenso

stop woke

Il movimento Woke è un fenomeno nato negli Stati Uniti, significa “stare svegli”, il diventare “consapevoli” delle ingiustizie sociali e razziali. Un movimento che parte dall’appartenenza razziale ed identitaria per valutare ogni individuo e la necessità di prassi compensative delle colpe occidentali del passato. La manifestazione più appariscente dell’ideologia Woke è la cancel culture che con furia iconoclasta intende cancellare nomi, fatti e personaggi occidentali o sostituirli con altrettanti provenienti da culture minoritarie. Tutto questo per rimediare, ora per allora, a veri o presunti soprusi di un passato coloniale. Non intendo sminuire o delegittimare le rivendicazioni delle minoranze e degli oppressi in generale. Non voglio discutere sui mezzi attuati per promuovere i diritti civili. Le contestazioni sono per definizione fastidiose per attirare l’attenzione sul problema.

Le cause delle minoranze avrebbero risvolti positivi per tutti

A partire dalla rivoluzione francese ad oggi; quale sarebbe la sorte delle minoranze sfruttate ed oppresse. Come sarebbe oggi se Cesare Beccaria, voce solitaria, non avesse cominciato a parlare al mondo di abolizione di tortura e pena di morte come rivendicazione di diritti civili. A partire da Salvemini e Corridoni passando anche per l’officina “Stella Rossa” di Mirafiori, quale sarebbe oggi la condizione dei nostri genitori in fabbrica senza le proteste o anche le violenze che sono avvenute. E cosi è stato anche per la donne e per tutta la lunga lista delle categorie degli oppressi e dei marginalizzati dalla società. Agli inizi, le cause delle minoranze avevano dei risvolti per tutti. Il riconoscimento dell’interesse particolare del “debitore incolpevole” di Beccaria aveva effetti positivi universali a favore dello sviluppo civile e sociale. Come oggi potrebbe essere la causa della parità di genere.

La ricerca spicciola del consenso alla base dell’ideologia

Invece la ricerca spicciola del consenso, la facile teoria del noi contro loro, spinge le giuste rivendicazioni verso importanti bufale concettuali. Se non si vendono diritti televisivi per gli sport femminili, se si fatica a trovare sponsor per gli eventi. Come si fa a pensare che gli atleti e le atlete abbiano la stessa remunerazione? Inoltre oggi, diversamente dal passato, molte cause delle minoranze, ed i sistemi attuati per farle emergere non hanno la stessa connotazione. Partono da presupposti fumosi e torbidi per rileggere la storia con valori odierni. Hanno metodi estremi e ossessione vittimistica, corroborati da suggestioni irreali e bugie. L’eventuale, eccessiva violenza della polizia, per quanto esecrabile non può essere urlata e contestata come strutturale e funzionale per tutta l’istituzione. Cercare di abbattere la statua di Fedor Dostoevskij a Firenze perché è Russo significa voler cancellare una pagina della cultura e della storia dell’uomo, cioè le nostre radici.

Il caso della docuserie sulla regina Cleopatra

Ultimamente ha fatto molto scalpore la docuserie, un audiovisivo con contenuti informativi, oltre che di intrattenimento su Netflix, dedicata a Cleopatra. Secondo la sua produttrice Jada Pinkett Smith, infatti, Cleopatra era nera. In realtà è storicamente provato che la regina era discendente di Tolomeo generale di Alessandro Magno in una dinastia greca che pur di non mescolarsi con l’etnia africana attuava l’incesto. Il nome stesso Cleopatra deriva dal greco significa “gloria del padre”. Secondo la produttrice invece Cleopatra era nera ed ha affidato la parte cinematografica regale ad una attrice afroamericana. Jada Pinkett Smith argomenta questa idea con l’approfondito supporto scientifico della propria madre, che le diceva “non importa cosa ti dicono a scuola, Cleopatra era nera”. Insomma, la fantasia al potere…

Il caso Bud Light

L’ideologia woke ha pervaso velocemente le grandi aziende che tentano in ogni modo di propagandarla, con la produzione ma anche con la pubblicità. Con il woke le multinazionali propagandano diritti civili farlocchi per accaparrasi una fetta risicata di mercato. Pensiamo alla Disney con la nuova Biancaneve senza Principe Azzurro ne Nani. Anche qui però succede che il mercato stesso punisce i manager, conformisti, attivisti woke. Uno per tutti il caso emblematico della birra Bud Light che un nuovo responsabile pubblicitario voleva connotare inclusivamente, ricorrendo all’immagine di un influencer transgender. La birra era al primo posto nei consumi degli americani e aveva il suo mercato di riferimento tra i cosiddetti colletti blu della classe operaia americana. Quando la casa madre ha deciso di virare la sua immagine verso il tema dell’inclusione i consumatori hanno smesso di consumare la birra. I profitti della Bud Light sono crollati, stabilimenti di produzione sono stati chiusi, molti lavoratori sono stati licenziati. La birra ha perso il primo posto nei consumi statunitensi.

Bisogna creare un argine intellettuale al Woke

Se non arginiamo intellettualmente questa marea totalitaria, rischiamo di creare una generazione di vittime di mestiere pronte a dichiararsi offese da qualunque cosa per ottenere un ritorno morale o materiale, e per ostracizzare l’avversario.
Il problema è serio perché alla base della cancel culture, c’è la volontà di segare rami sempre più grandi della cultura e della storia occidentale. Non otterremo l’inclusione discriminando. Negli USA, in alcuni college, addirittura è stato chiesto di interrompere lo studio della matematica, perché disciplina oppressiva inventata dai bianchi. Recentemente la filosofa Kathleen Stock, dell’Università Britannica del Sussex, lesbica femminista e stata costretta a dimettersi dopo un violento boicottaggio, per aver dichiarato che il sesso biologico è una realtà inalienabile. Inutile dire che iniziative come questa hanno creato una forte opposizione al movimento Woke ma non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia non dobbiamo permettere di cancellare la nostra storia e la nostra cultura. Ricordando Francisco Goya il sonno della ragione potrebbe sfociare in un pericoloso conformismo, dedichiamo più spazio di discussione ed approfondimento a questo fenomeno superficialmente condivisibile ma molto pericoloso.

 

fonte. ilsissidiario.net

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