Il meeting che spaventa

Un patto d'acciaio contro la nostra incapacità

Meeting

L’occidente si preoccupa davvero del rafforzamento dei rapporti, di un meeting, tra la Repubblica Popolare Cinese e la Federazione Russa?

Se ne preoccupa sufficientemente?

Verrebbe da chiedersi se non poteva pensarci prima.

Prima di continuare a tirare la corda, con atteggiamenti ostili verso la Russia.

O prima di fare imprese, verrebbe da dire, di un’imbecillità e autolesionismo unici. Quali sostenere un governo fantoccio in Ucraina.  O esaltare fantomatici leader, di un’opposizione a Putin, del tutto inconsistente; un opposizione che solo noi occidentali vediamo come popolare e come una credibile alternativa.

La scellerata politica portata avanti con pervicace ostinazione, soprattutto da Joe Biden, è riuscita ad allineare la più formidabile alleanza mondiale.

Bisogna parlare solo degli Stati Uniti, ahimè.

Perché tanto è inutile parlare di Europa, soprattutto in politica estera.

L’Europa, come avrebbe detto De André, si costerna, s’indigna, s’impegna, poi getta la spugna con gran dignità.

L’Europa non esiste alla prova della politica estera. Esistono le dichiarazioni di intenti. Che poi si scontrano col comportamento pratico dei singoli stati, che vanno ognuno verso il proprio interesse.

È stato rinsaldato l’asse strategico, il meeting, tra Russia e Cina?  Un fatto incontestabile.

Ed hanno rinsaldato un’unione ripristinata dalla stupidità occidentale. Soprattutto dalla miopia di una dirigenza statunitense totalmente inadeguate al momento storico.

Se non stiamo attenti rischiamo veramente di minare non solo la supremazia occidentale, ma permanentemente la sua sicurezza e la sua autorevolezza nel mondo.

 

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