Vittorio Gui, ovvero il Maggio: direttore d’orchestra tra i più notevoli del Novecento in primis, ma anche compositore e musicologo. Cinquanta anni fa, il 17 ottobre 1975, questo artista così fortemente legato a Firenze si spegneva nella sua villa di Fiesole: l’anno dopo gli veniva concessa postuma la cittadinanza onoraria fiorentina. Il maestro che nel 1928 fondò la Stabile Orchestrale Fiorentina e nel 1933 fu tra i creatori del Maggio Musicale Fiorentino, la cui direzione artistica tenne fino al 1936 ma di cui fu per molto tempo ospite fisso per quasi ogni anno, verrà ricordato da due importanti appuntamenti. Il primo (domani) venerdì 19 dicembre, alle ore 20 in sala grande: un concerto diretto da Riccardo Muti; il secondo un convegno che comincia anch’esso il 19 e prosegue il giorno successivo, articolato su tre sedi. l’Università degli Studi di Firenze, il teatro del Maggio e la Fondazione Rossini di Pesaro, a cui Gui aveva donato a sua biblioteca musicale : 2747 volumi, tra partiture e spartiti , con molte musiche di compositori della “generazione dell’ottanta”.
Il concerto ha in programma la Sinfonia n. 8 in si minore D. 759, Incompiuta di Franz Schubert e il Requiem in do minore per coro misto e orchestra di Luigi Cherubini, compositore fiorentino che fu direttore del conservatorio di Parigi; da ricordare il generoso impegno del maestro Muti per riportarne le spoglie a Firenze, perché possa riposare in Santa Croce accanto a Rossini.
Riccardo Muti non ha certo bisogno di presentazioni; ma oltre ad essere uno dei più grandi direttori viventi, il maestro ha un rapporto molto stretto e intenso con Firenze, in quanto dal 1968 al 1980 è stato direttore principale del Maggio.
Per quanto concerne il programma la penultima sinfonia di Schubert, composta nel 1822 deve il suo appellativo di Incompiuta in quanto formata dai soli due movimenti iniziali. Si ignorano i motivi per cui Schubert non la terminò: eseguita solo quarant’anni dopo la morte del compositore, grazie al fortuito ritrovamento del direttore d’orchestra Johann Herbeck, la Sinfonia sembra risentire della drammatica condizione di spirito in cui si trovava Schubert in quel periodo, consapevole di essere affetto da una malattia incurabile. Lo Schubert delle melodie incantevoli noto ai più si presentava nella Sinfonia n. 8 sotto una nuova luce fatta di ombre e disperazione. Si pensi al contrasto insanabile nel primo movimento tra la tragicità del primo tema e le movenze danzanti di ländler del secondo tema, o al gioco di chiaroscuri carichi di pathos dell’Andante con moto che lasciano aperto l’orizzonte su questo gioiello di perfezione musicale a dispetto della sua incompiutezza.
Cherubini compose il Requiem in do minore per commemorare l’anniversario della morte di Luigi XVI, su richiesta del fratello Luigi XVIII. L’opera, eseguita nella chiesa parigina di St. Denis il 21 gennaio 1817, fu immediatamente apprezzata dai contemporanei per il tono solenne e meditativo che rifugge da ogni intento meramente celebrativo. Tra i molti estimatori del Requiem in do minore vi furono anche Berlioz, che lo giudicò il capolavoro di Cherubini, e Beethoven che ne lodò la pacatezza e il distacco emotivo. L’organico prevede infatti solo coro e orchestra senza impiego di voci soliste per concentrare tutta l’attenzione sulla dimensione collettiva della preghiera.
Per il ciclo di appuntamenti Oltre il sipario sono inoltre previste due intense giornate di studi, il 19 e 20 dicembre, dedicate alla figura di Vittorio Gui dal titolo “Servire l’arte: una questione morale”: una collaborazione fra l’Università degli Studi di Firenze, il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e la Fondazione Gioachino Rossini di Pesaro. Firenze e Pesaro custodiscono il lascito di Vittorio Gui: Firenze le sue carte e i suoi epistolari, conservati alla Biblioteca Nazionale Centrale, Pesaro le sue partiture, consultabili nella Biblioteca della Fondazione G. Rossini. Ma le due città sono legate alla memoria del Maestro anche attraverso la sua attività di organizzatore e di direttore d’orchestra: Firenze per la nascita della Stabile Orchestrale Fiorentina e del Festival, Pesaro per la pionieristica riscoperta dell’Atlantide rossiniana. Nella giornata di venerdì 19 dicembre l’appuntamento è alle ore 10 nell’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Firenze dove sono previsti gli interventi di Mila De Santis, Valentina Zappacenere, Manuel Rossi e Virgilio Bernardoni; coordina la mattinata Antonella D’Ovidio. Nel pomeriggio ci si sposta nel Foyer di Galleria della Sala Grande del Teatro del Maggio: a partire dalle ore 15.30 interverranno Giancarlo Landini, Alessandro Zignani e Harvey Sachs; segue poi la proiezione del documentario Rai “Grandi direttori d’orchestra – Vittorio Gui” di Corrado Augias firmato dalla regia di Andrea del Baldo. Coordina il pomeriggio Giovanni Vitali. Sabato 20 dicembre, a partire dalle ore 15 – presso il Museo Nazionale Rossini di Pesaro – sono previsti gli interventi di Emilio Sala, Marco Beghelli e Gabriele D’Aprile e di Álvaro Portillo. Il pomeriggio è coordinato da Ilaria Narici.
