Il Grillo sa cantare

Beppe Grillo ha tanti difetti ma capisce il pubblico

politico

Grillo probabilmente non è un grande politico. Anzi non credo sia interessato a diventarlo. Ma sicuramente siamo davanti ad un uomo che capisce il pubblico, un teatrante da palcoscenico istrionico e che sente gli umori della platea.

In questo caso non si è comportato da capriccioso o irresponsabile. Lui non sa gestire la politica come amministrazione. Quella l’ha sempre delegata ad altri. Lui è come un imprenditore dello spettacolo che valuta la politica esclusivamente dal punto di vista del consenso. Ed ha capito meglio di tutti che Giuseppe Conte da quel punto di vista è un pessimo affare.

Conte ha il physique du rôle di un moderato, si atteggia a responsabile, indubbiamente aiutato anche dal fatto di aver ricoperto la carica di capo del governo. Ma i pentastellati sono l’antitesi della moderazione e della responsabilità di governo.

Il MoVimento o è movimento o diventa un partito di Palazzo che cerca di accreditarsi come forza responsabile.

Conte mira a una platea troppo condivisa

Il problema è che a quest’ultima versione del MoVimento fondato da Grillo e Casaleggio non crede nessuno. O ancor meglio credono in pochi. Troppo pochi. Inoltre troppi leader contendono l’elettorato al quale Conte mira.

Come rappresentanti di forze responsabili in grado ormai di attrarre l’elettorato moderato ci sono moltissimi leaders. Che vanno da Renzi, a Berlusconi, da Letta a Salvini passando per i vari Calenda, Toti e Brugnaro. Tutti con alle spalle formazioni molto più credibili dei pentastellati.

Mentre, con un ritorno alle origini, i grillini possono continuare ad occupare uno spazio politico importante. Che viene aumentato dalla crisi più profonda di tutto ciò che è a sinistra del Partito Democratico. Una galassia di partitini ormai quasi inesistenti dal punto di vista del consenso. E dall’incapacità del Partito Democratico di rappresentare l’elettorato anti-casta.

Persino per molti deputati e senatori, infastiditi da un possibile ritorno alla piattaforma Rousseau e dalla regola che vieta i due mandati, è comunque molto rischioso scommettere sulle ex premier. Anche perché sono vicine le elezioni amministrative ed il tentativo di Conte di pesarsi in questa tornata elettorale potrebbe palesare lo scarso radicamento di un uomo privo di una struttura necessaria per cavalcare a livello nazionale un eventuale consenso di opinione.

Sarebbe molto più semplice per molti parlamentari caldeggiare un’applicazione elastica della regola che consentisse alcune deroghe in favore del secondo mandato.

Grillo ha fondato quello che per anni è stato il primo partito italiano, è tuttora il socio di maggioranza in parlamento ed ha un certo fiuto per gli affari di marketing elettorale ed una repulsione viscerale verso i pessimi affari alla Conte maniera.

 

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