Il fascismo, gli antifascisti e l’Italia che non vuole dimenticare

FASCISMO

“L’ombra lunga del fascismo” di Sergio Rizzo e Alessandro Campi, Edizioni Solferino, è una curiosa e documentata enciclopedia delle città italiane, grandi e piccole che abbondano di monumenti, lapidi e simboli che richiamano il fascismo.

Strade e piazze rimangono intitolate in età repubblicana a esponenti del regime magari laddove coesistono con luoghi dedicati a Gramsci e Togliatti. Un paese senza memoria? Perché, si domandano gli autori, il fascismo non è consegnato alla storia? Si dovrebbe rileggere “Lezioni sul Fascismo” di Togliatti edite nel 1976. Nella mia provincia Grosseto è catalogato in due biblioteche (Magliano e Scansano) ma solo a Scansano si registrano due lettori dall’85 ad oggi.

Basterebbe rileggere qualche libro di Rizzo, eccellente nel suo scavare sotto le apparenze. Con “le Caste” ci ha documentato la profonda penetrazione del corporativismo (di origine fascistissima) nella società italiana, in grandi e piccole entità professionali e burocratiche gelose del ruolo e chiuse nella loro autarchica dimensione.

Con “il Potere Assoluto” ci ha documentato i Cento Magistrati, senza Fez, che comandano in Italia, implicati con la politica tanto da apparire un redivivo Tribunale Speciale di regime. È vero che costituzionalmente la Repubblica ripudia la guerra ma, salvo che (comma secondo) l’Asse (rinnovata e rinominata) non ci chieda di mandare mezzi e truppe dove ci sia da menare le mani in nome dell’occidente libero e democratico. Cose già sentite ai tempi del Vietnam, poi dell’Irak, della Libia e dell’Afganistan.

Le istituzioni grondano ancora fascismo

Dunque dove sta oggi il pericolo fascista se a 80 anni dal 25 luglio, senza soluzione di continuità, la società italiana e le istituzioni ne sono ancora intrise? Qualche nostalgico del passato? Qualche lapide di troppo?

Il pericolo fascista sembra agitato per tenere in vita la rendita dell’antifascismo magari scordando che il comunista Ranuccio Bianchi Bandinelli, in rigorosa orbace, accompagnava Hitler e Mussolini per i monumenti di Roma nel 1838. O per concludere che è tutta colpa di Togliatti e della sua amnistia che non chiuse i conti con il sistema fascista ed i suoi alti esponenti. Non lo fecero neanche in Germania dove Norimberga fu un grandioso evento/paravento mentre alte gerarchie della Wermacht sotto l’attenta supervisione degli ufficiali USA fornivano l’ossatura della nuova Bundeswehr.

In Italia i partigiani assassinarono Giovanni Gentile, mentre in Germania non tolsero un capello a Martin Heidegger che continuò a pensare e scrivere che lo spirito tedesco sarebbe risorto dalle ceneri per imporre all’Europa la sua Kultur.

Un paese ambiguo e venato di ipocrisia sembra trasparire dalle Pagine di Rizzo e Campi.

 

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