Il fascismo è negli occhi di chi guarda

Anacronistiche accuse usate strumentalmente da chi per unirsi deve crearsi un nemico

Fascismo

Fascismo, razzismo.

L’elezione di Ignazio La Russa a Presidente del Senato ha rinfocolato la stantia polemica a sinistra, con la bava alla bocca perché il centrodestra ha vinto le elezioni.

Perché spulciare le manie collezionistiche della seconda carica dello Stato, quando in piazza ancora spuntano bandiere rosse con tanto di anacronistiche falci e martello.

Comunismo, fascismo.

Parole che tornano ad ogni discussione con qualcuno di sinistra, che quando non sa più a che Santo votarsi, ripete come una litania le due accuse stantie e senza significato.

Un mantra debole

Il ritorno del fascismo e il connesso razzismo sono argomenti senza alcun senso compiuto.

Soprattutto da chi ripete come un Pater Noster che non esisterebbero le razze ma solo la razza Umana.

Semplice ribattere che ontologicamente se non esiste razza non esiste nemmeno il razzismo.

Come posso discriminare in base ad un qualcosa che non c’è?

Quindi se non esiste razza non esiste razzismo. Se non esiste sesso non esiste sessismo.

Impossibile discriminare dunque un nero per la sua razza se essa non esiste.

Allora chiedo: dal momento che i neri vengono talvolta discriminati per quale loro caratteristica lo sono?

Quella che una volta era razza, devi poterla nominare. etnia? Colore della pelle? Qualcos’altro?

E i Black Lives Matter allora, osannati da una compagine politica inginocchiata cosa sono se non un movimento razzista?

Ah no la razza non esiste.

Che confusione. Ovviamente per i crimini contro le donne in Iran non si inginocchia nessuno, giusto una spuntatina ai capelli di chi plaudiva alla caduta dello Scià e per parlare con i leader musulmani non disdegna il velo.

Come accorgersi di aver ragione

Il problema è più sistemico.

Chi vede “razzismo” e “fascismo” ovunque non sarà mai felice di eufemizzare sempre più le terminologie.

Quando sarebbe molto più semplice andare da un ottimo psichiatra.

Pensateci. Quando si arriva ad essere apostrofati con i termini razzista e fascista, signufica che l’interlocutore è alle corde, non sa più come uscirne e ricorre a tali offese per disperazione.

La sua disperazione.

Di non essere abbastanza politically correct, di non addolcire abbastanza i termini. Tranne che per gli odiati fascisti e razzisti, si intende.

Fascismo, fascismo ovunque

Eufemizzare il linguaggio.

Il bambino abortito diventa feto, più accettabile.

Il clandestino diventa immigrato, poi quando non basta più diviene migrante, e poi chissà cosa.

Nero, di colore, non propriamente bianco, chissà cosa poi.

Parole senza alcun senso.

Chi vede il fascismo dappertutto è perché è più facile vedere un dito inesistente che affrontare il problema della luna, di una sinistra inadeguata ed evanescente.

E allora la chiamata alle armi: il fascismo eterno, un nemico comune da crearsi per sentirsi uniti e forti.

Anche se non esiste più.

Io sono cieco

Un mio amico si arrabbia molto quando lo chiamano non vedente, “io sono cieco” ribatte.

Una mia carissima amica ad un cliente che pensava di farle piacere chiamandola Notaia spiano’ il sigillo sul naso facendogli leggere la dizione Notaio in..

Ho studiato quasi vent’anni per diventare un Notaio, come mio padre, non una notaia qualsiasi”.

Persone intelligenti che si contrappongono a poveri esseri che si dibattono nella paura di non essere abbastanza soft nelle loro affermazioni.

Che vedono l’intolleranza ovunque.

La loro.

Perché il razzismo, il fascismo in fondo sono come la bellezza, non esistono di per sé, ma sono solo negli occhi di chi guarda.

 

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