Il drone che attraversò il Mediterraneo per fermare l’armata Brancaleone
Si apprende che una delle navi della flotta pro Palestina sarebbe stata colpita da un presunto drone israeliano.
La notizia, rilanciata con toni da prima pagina, solleva tuttavia più di una perplessità.
Intanto un dettaglio geografico elementare: per arrivare in Tunisia un drone partito da Israele dovrebbe attraversare mezza mappa del Mediterraneo, sorvolando le acque antistanti Egitto, Grecia e Libia
Una rotta lunga e delicata che difficilmente potrebbe passare inosservata a una manciata di stati e radar. A meno di ipotizzare, fantapolitica per fantapolitica, la presenza di basi israeliane nascoste proprio in Libia o addirittura in Tunisia, da cui far decollare aerei senza pilota come se si trattasse di un parco giochi bellico.
Ma anche ammettendo e non concedendo che Tel Aviv abbia deciso di impiegare tempo, energie e tecnologia per minacciare quella che più che una flotta internazionale sembra un’armata Brancaleone radical chic in crociera solidale, le domande restano due e persino banali
Primo: che interesse avrebbe Israele a occuparsi di simili imbarcazioni, prive di reale peso strategico e destinate più alle cronache social che alle mappe militari? Secondo: se davvero si trattava di un drone, di certo non parliamo di un velivolo militare con capacità d’attacco, bensì di qualcosa che assomiglia più a un giocattolo spara petardi, utile al massimo a fare scena e a generare titoloni indignati.
In altre parole, il racconto epico del “drone assassino” rischia di franare nella caricatura di una guerra dei poveri tra l’aeroplanino telecomandato e la nave dei buoni sentimenti
Interpellando un Gen. mio amico su cosa ne pensasse dell’ episodio e sul fatto che si trattasse di un drone o di un flare ( razzo segnalatore ) ha confermato l’ impressione che si possa trattare più probabilmente del secondo.
Infatti, dal confronto delle fonti emerge che ciò che si vede nel video — ovvero un oggetto incandescente che cade — somiglia molto di più a un flare che a un missile o un munizione derivante da drone:
Non c’è menzione di esplosione violenta: l’oggetto brucia e provoca fuoco, ma non sembra dotato di potenza distruttiva tipica di un ordigno.
Il comportamento (caduta lenta, luce persistente) è compatibile con un razzo luminoso, non con un proiettile ad alta velocità.
Detto ciò a questo punto il governo dovrebbe seriamente dirimere la cosa perché se fosse confermato che non c’ è stata aggressione con drone ma che si tratta di un razzo segnalatore la cosa ninerebbe radicalmente la credibilità già molto ridotta della crociera radical chic e il sospetto che si voglia evitare il proseguimento in acque meno sicure magari con l’ epilogo già paventato dell’ arresto in caso di arrivo in acque territoriali israeliane rande l’ episodio serio soprattutto se si trattasse di una messa in scena
La diplomazia e l’ aiuto alle popolazioni sofferenti è cosa seria e non dovrebbe essere minato da iniziative che rischiano di vanificare gli sforzi e mezzi di governi Onlus enti come l’ UNICEF e associazioni che lo fanno di mestiere e che sicuramente del soccorso e aiuto sono professionisti perché in questo ambito non c’è spazio per l’ improvvisazione e tanto meno per la mistificazione.
Leggi anche:
www.facebook.com/adhocnewsitalia
SEGUICI SU GOOGLE