Il Comune di Firenze ‘dimentica’ le vittime dei Georgofili

"La metteremo", la risposta alle critiche. Un olivo con salde radici a simboleggiare la Pace contro il terrorismo

Georgofili

Sono passati 25 anni dalla riapertura dell’Accademia dei Georgofili.

Per tale ricorrenza è stata installata un’opera raffigura un olivo della pace.

Ma pare non ci sia pace per le vittime di quel vile attentato che il Comune non ha previsto nemmeno una targa in memoria di chi perse la vita nell’esplosione quel 27 maggio 1993.

In fondo è solo una “targhetta”

Stridono le parole dell’assessore Martini a chi gli ha fatto notare tale mancanza colpevole.

Noi ci siamo preoccupati della realizzazione dell’evento e non della targhetta, di cui ci siamo accorti solo una volta che le cose erano fatte. Non è nostra responsabilità quel mancato esplicito richiamo alle vittime della strage. Comunque abbiamo già ordinato la nuova, la stanno facendo rifare la targa e noi come Comune ci siamo scusati come si fa tra persone per bene nonostante non sia stata nostra responsabilità. Tengo comunque a dire che le vecchie targhe con il ricordo delle vittime sono rimaste al loro posto”. Così dice l’assessore Alessandro Martini.

Un’inaugurazione amara per una bella opera che ritrae un olivo con le sue radici ben salde nella stilizzazione di un globo terrestre.

A ricordare che solo avere ben presenti le proprie origini ed i propri valori culturali permette di attraversare le tragedie che malavita e terrorismo possono causare.

Chi non grida la propria identità, è destinato a soccombere.

L’Associazione dei familiari delle vittime dei Georgofili, nella persona del Presidente Luigi Dainelli ha accettato le scuse del Comune.

Ma l’amarezza rimane.

L’olivo

L’albero di bronzo dopo il suono delle chiarine e una breve cerimonia è stato scoperto alla presenza delle Autorità.

«Ricordare, avere memoria significa coltivare le proprie radici. Vuol dire proteggere e promuovere l’identità della nostra città senza dimenticare le prove difficili che ha vissuto come l’attentato del 27 maggio del 1993 — ha detto il sindaco, Dario Nardella — La città, le città, vivono anche con la cultura ed è bello questo “segno” contemporaneo a 25 anni dalla ripartenza dei Georgofili».

La scultura di olivo in bronzo è stata realizzata dal maestro Andrea Roggi.

L’Albero della pace, alto 4,40 metri ha preso il posto della vecchia pianta di olivo che era nella via.

L’attentato

Nella notte fra il 26 e il 27 maggio 1993 un’autobomba esplose in via dei Georgofili, proprio accanto alla Galleria degli Uffizi.

L’ordigno imbottito con 277 chilogrammi di esplosivo provocò la morte di cinque persone: i coniugi Fabrizio Nencioni e Angela Fiume con le loro figlie Nadia Nencioni di 9 anni, Caterina Nencioni (50 giorni di vita) e lo studente Dario Capolicchio di 22 anni, nonché il ferimento di una quarantina di persone.

 

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