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Il caso di Marah Abu Zhuri: tra medicina e strumentalizzazioni politiche

di Redazione
25 Agosto 2025
In Attualità
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Il caso di Marah Abu Zhuri: tra medicina e strumentalizzazioni politiche
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Il caso di Marah Abu Zhuri: tra medicina e strumentalizzazioni politiche

Nella notte tra il 13 e il 14 agosto, Marah Abu Zhuri è stata trasferita da Gaza in Italia, grazie al coordinamento tra le autorità israeliane e il COGAT (Coordinamento delle attività governative nei Territori), ed è arrivata al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cisanello a Pisa.

Sulla base di un certificato rilasciato dal Naser Hospital Gaza Cancer Center, che attestava la presenza di promielociti leucemici (indicativi di una leucemia), la giovane è stata ricoverata nel reparto di Ematologia

Il 16 agosto, purtroppo, Marah è deceduta a seguito di un edema polmonare e di uno scompenso cardiaco non controllabile.

Il trasferimento in Italia è avvenuto soltanto il 13 agosto – nonostante le autorità israeliane avessero autorizzato date precedenti – e le sue condizioni cliniche al momento dell’arrivo non richiedevano né interventi d’urgenza né procedure rianimatorie.

Secondo quanto dichiarato dalla madre la ragazza da cinque mesi non riusciva ad alimentarsi correttamente, assumendo soltanto tè e biscotti, con conseguente grave deperimento e perdita di peso

In ospedale, la condizione di ipoproteinemia è stata affrontata, secondo prassi, con una dieta ipercalorica, senza tuttavia attivare provvedimenti salvavita specifici contro una possibile malnutrizione.

Né al pronto soccorso né durante la degenza la malnutrizione è stata considerata la causa determinante del quadro clinico.

La responsabile del reparto di Ematologia ha sottolineato come il decesso non sia stato dovuto a malnutrizione, bensì a una patologia sottostante non ancora accertata, compatibile con il deperimento osservato. I sanitari non hanno avuto il tempo necessario per una diagnosi definitiva

Attorno a questa vicenda, tuttavia, si è acceso un dibattito politico.

L’assessora Nardini ha richiamato l’attenzione sul tema della malnutrizione, ma dalle evidenze disponibili essa non è mai stata ritenuta la probabile causa di morte, né sono stati adottati provvedimenti immediati in tal senso

Le affermazioni politiche, in questo caso, rischiano quindi di travisare il lavoro clinico svolto.

Il vero nodo resta la patologia sottostante, che ha portato la giovane a sopravvivere per mesi solo con tè e biscotti, non per imposizione delle condizioni di guerra, ma per i limiti posti dalla malattia stessa

Sorge dunque più di un interrogativo: non sarebbe stato opportuno disporre un’autopsia per chiarire la causa reale del decesso e verificare se l’iter assistenziale abbia seguito le corrette priorità mediche?

Ad oggi non è stata aperta alcuna indagine

Se la povera Marah, affidata alle cure di eccellenza di un ospedale italiano, fosse morta di malnutrizione dopo 48 ore dal ricovero, la magistratura non avrebbe forse aperto un fascicolo?

È possible accertare se sia possibile un decesso per malnutrizione durante il ricovero in uno dei migliori ospedali italiani?

All’ingresso di Marah i sanitari non attivavano procedure salvavita per una grave malnutrizione.

Se fosse sospetta l’omissione di tali procedure, la magistratura non avrebbe forse aperto delle indagini?

Se davvero l’assessora Nardini ritiene che la morte sia stata provocata da malnutrizione, dovrebbe essere la prima a chiedere un’autopsia, invece di alimentare tesi prive di fondamento scientifico

La scienza ha il compito di accertare i fatti; la politica, quando tenta di piegarli a fini di parte, rischia di cadere in forme di autoritarismo.

Come ha ricordato la Prof. Galimberti nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa: «Non posso dire che era malnutrita. Questo non lo so. La condizione era di ipoproteinemia, cioè di basse proteine nel sangue, ma è un quadro compatibile anche con altre situazioni»

Per rispetto della giovane e per amore della verità, sarebbe doveroso insistere affinché venga effettuata un’autopsia. Solo così sarà possibile chiarire le cause della morte di Marah Abu Zhuri ed evitare che la vicenda diventi terreno di scontro politico, di disinformazione e di fomentare odio contro lo Stato di Israele.

Celeste Vichi 

Presidente dell’Unione delle Associazioni Italia-Israele

 

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Tags: ASSOCIAZIONE FIORENTINA AMICI DI ISRAELEIN EVIDENZAISRAELEMarah Abu ZhuriPALESTINA
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