I soldi pubblici sono i nostri soldi

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Soldi – In Toscana occorrerebbe fare formazione. Ma non solo alle categorie professionali, ai disoccupati o ai re-skilling. Ma a coloro che gestiscono soldi pubblici.

Spesso si ha la sensazione che non ci sia la consapevolezza di quanto sudore, fatica, sacrificio si nasconda dietro questa parola.

Sono i soldi del lavoro del cittadino, che paga un fisco ingiusto e che per realizzare il fatturato e riscuotere la busta paga, si è alzato alle 6 di mattina. Ha lavorato anche nei week end, ha fatto chilometri in macchina in un traffico insostenibile.

Ha aperto il bandone, ha sostenuto costi. Ha dovuto trascurare figli, partner, genitori. Si è svegliato di notte con l’ansia e la paura, è svenuto la sera nel letto per la fatica.

Ecco, dietro i soldi pubblici c’è la fatica che tutti facciamo per lavorare. Per gestire clienti e fornitori, per aggiornarci, per innovare, per stare sul mercato e per gestire la burocrazia punitiva che ci terrorizza da innocenti.

In Toscana un disavanzo di 500 milioni

Alla notizia del disavanzo di quasi 500 milioni in Regione Toscana, la prima domanda che mi viene in mente è come sia possibile accorgersene a posteriori. Eppure in Regione hanno direzioni con risorse umane addette al controllo di gestione. Sofisticati strumenti di previsione e controllo, sempre pagati con soldi pubblici.

Ve l’immaginate un CEO che fa un buco di 500 milioni in un’azienda e relaziona al CdA: “Scusate non me ne sono accorto. Ma state tranquilli i conti si fanno alla fine. Intanto per ripianare si potrebbero ritirare tutti i pc e le auto dei dipendenti…”.

In effetti, per compensare il buco stanno pensando ad aumentare le tasse ai cittadini.

Ma cerchiamo di capire come potrebbero essere andate le cose:

Pandemia dirompente. La Regione Toscana ha legittimamente bisogno di personale a tempo determinato, di strutture per i vaccini e così via. Molto probabilmente questa maggior spesa sarà quantificata in un 40-50% del disavanzo, che rimborserà lo Stato. Giani ha dichiarato che “farà la voce grossa” a Roma e, a parte i sorrisi increduli, non ce n’è bisogno. Lo Stato rimborsa la maggior spesa sostenuta a causa della pandemia. Occorre quindi solo saper far bene i conti.

Non ci serve un urlatore ma un manager

E il restante 50%? Questa la domanda che le opposizioni immagino faranno. Quali sono le voci di spesa? Il Presidente di Regione deve mostrare ai cittadini le voci di spesa in cui sono allocati i soldi dei contribuenti. Fino a capire quanto ha speso la Regione Toscana per l’emergenza Covid e se i soldi che mancano sono sufficienti a giustificare il buco di 500 milioni.

Credo che lo spreco di soldi pubblici, che sarà rimpolpato da altro spreco di soldi pubblici, maggiori tasse, sia dovuto a uno scarso governo del sistema.

Manca il governo politico, abbiamo un assessore con scarse competenze in materia. E il governo tecnico? Il Direttore Generale della sanità che, per utilizzare una metafora, sarebbe il Direttore d’orchestra che consente ai suoi orchestrali di suonare al meglio?

Abbiamo un dirigente territoriale e uno ospedaliero? Sembra di no

Nella situazione di emergenza pandemica, non sono riuscita a trovare sul sito della Regione il dirigente territoriale e quello ospedaliero. Due figure chiave nella gestione della pandemia. Ma sicuramente sono io che non so cercare.

C’è anche da dire che in questi mesi fin dall’insediamento del nuovo governo della Regione, sono state create direzioni e consulenze. Con relativi costi a carico del contribuente, di cui fino a pochi giorni prima non si sentiva la necessità.

La politica deve cambiare. Non ci si improvvisa più, non si possono gestire soldi pubblici per inserire nuove posizioni inutili. E non coprire quelle fondamentali con risorse umane competenti e motivate.  Non si può affrontare la “cosa pubblica” come se si fosse la Casalinga di Voghera e inserire collaboratori basati sulla fiducia e non sul merito.

La politica dovrà cambiare, sarà un processo lungo e faticoso.

Quasi quanto alzarsi la mattina alle sei.

 

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