I Generali Usa denunciano Biden

"La Nazione è in grave pericolo." Tutte le misure contestate

Generali

Negli Stati Uniti d’America, il 9 maggio, l’associazione “Flag Officers 4 America“, composta da generali e ammiragli in pensione, ha pubblicato una lettera aperta sottoscritta ad oggi da oltre 150 Generali ed Ammiragli delle Forze Armate a stelle e strisce.

Innanzitutto essi si interrogano su come Joe Biden abbia ‘vinto’ le elezioni di novembre e sulla sua fragilità sempre meno nascosta.

Le sue condizioni mentali e fisiche non possono essere ignorate”,

“La Nazione è in grave pericolo. Stiamo combattendo, come mai prima dalla fondazione nel 1776, per la sopravvivenza della Repubblica costituzionale. Il conflitto è tra i sostenitori del socialismo e del marxismo e quelli delle libertà e dei diritti costituzionali”.

I generali e ammiragli firmatari della lettera lamentano come l’Amministrazione Biden stia tradendo i propositi di riconciliazione e moderazione espressi in campagna elettorale.

Tra le iniziative contestate dagli ufficiali c’è la proposta di legge H.R. 1/ S. 1., cosiddetta “For the People Act“.

Misure contestate sul voto

Nel progetto di legge trovano spazio misure incostituzionali, a detta dei Generali, che minerebbero i principi fondanti l’Unione.

La riduzione dei controlli sui votanti. La proposta di legge dichiara che misure come, ad esempio, richiedere all’elettore un documento d’identità al seggio equivarrebbero a “restrizioni al diritto di voto” e “razzismo sistemico” e dunque sono illegittime, con ciò che può comprensibilmente comportare.

Voto via posta per tutti. Ogni Stato dovrà fornire a ciascun cittadino il plico per il voto via posta, senza poter richiedere alcuna forma di identificazione. Difficilmente si può garantire che avvenga in maniera genuina, regolare e priva di condizionamenti indebiti.

Legalizzazione del ballot harvesting. Un numero illimitato di schede votate potrà essere raccolto da una persona qualsiasi e da questa portate al seggio. L’unico requisito è che non sia pagata per farlo.

Università e prigioni saranno premiate o punite nel finanziamento pubblico in base a quanto si impegnano a far votare i propri studenti/ex carcerati.

Ridefinizione dei collegi elettorali non più responsabilità dei Parlamenti statali eletti dal popolo ma di commissioni “indipendenti”.

Regolamentazione degli interventi politici in Internet. Citare un candidato in un contenuto online sarà soggetto a un’ampia gamma di restrizioni e vincoli, con possibili conseguenze legali per chi non riuscisse a farvi fronte. Tutto a vantaggio dei maggiori partiti e di quelli più vicini ai media tradizionali, ovviamente democratici.

Misure contestate sulle donazioni

Pubblicazione dei nomi di coloro che donano a organizzazioni non profit. In un momento in cui chi sostiene associazioni e Ong non di sinistra è sovente fatto oggetto di boicottaggi e campagne d’odio, una simile misura non può che scoraggiare i possibili donatori.

L’agenzia di riscossione fiscale, la Internal Revenue Service, avrà maggiore facoltà di intervento sulle non profit. Quest’ultimo era stato limitato dopo lo scandalo del 2013, quando si era scoperto che la IRS dedicava “attenzioni particolari” (non positive) alle associazioni di destra che richiedevano le esenzioni fiscali previste per le non profit. Nel 2017 il Governo ha dovuto risarcire centinaia d’organizzazioni conservatrici che gli avevano fatto causa.

Nuove norme sul conflitto d’interessi. Previsioni legislative ad hoc per impedire a Donald Trump di ricandidarsi nel 2024.

I firmatari

Da notare che i firmatari della lettera includono il Brig. Gen. dell’Esercito in pensione Donald Bolduc, candidato al Senato nel New Hampshire, il Ten. Gen. dell’Esercito in pensione William Boykin, e il Vice Ammiraglio in pensione John Poindexter, che era il vice consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Ronald Reagan.

La Cina è la più grande minaccia esterna per l’America. Stabilire relazioni di cooperazione con il partito comunista cinese li incoraggia a continuare a progredire verso il dominio del mondo, militarmente, economicamente, politicamente e tecnologicamente. Dobbiamo imporre più sanzioni e restrizioni per impedire il loro obiettivo di dominazione mondiale e proteggere gli interessi dell’America”, dice la lettera.

Altre minacce che hanno elencato includono il rientro degli Stati Uniti nell’accordo nucleare dell’Iran, l’immigrazione illegale e l’arresto del progetto Keystone XL Pipeline.

Il presidente Joe Biden ha emesso un ordine che ferma il progetto dell’oleodotto all’inizio della sua presidenza.

Questi ordini esecutivi presidenziali, tanto contestati in epoca Trump, sembrano ormai moltiplicarsi pericolosamente.

In una parola la deriva marxista che Sleepy Joe sta prendendo nella sua amministrazione, probabilmente a sua insaputa.

 

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