Hushpuppi, influencer da 2,5 milioni di follower finito in manette. Ciao lusso

Hushpuppi

Un’ostentazione da cafone all’ennesima potenza. Tanti soldi, classe zero. Ray «Hushpuppi» fino ad oggi era un riccone invidiato da due milioni e mezzo di follower su Instagram. Il 37enne nigeriano, all’anagrafe Ramon Olorunwa Abbas, vestiva solo Gucci e Louis Vuitton. Viveva a Palazzo Versace a Dubai, frequentava calciatori e chef. Si muoveva con Ferrari e jet privati.

La sua ossessione l’hashtag #allmine, «tutto mio».

Stamattina è salito su un aereo con destinazione Chicago. Viaggio di sola andata, con tanto di manette ai polsi. Ray è stato estradato negli Stati Uniti con l’accusa di riciclaggio e frode informatica.

Hushpuppi su internet aveva due vite: una ostentata e un’altra segreta

La seconda gli è costata l’arresto, insieme a una dozzina di altri nigeriani. Una banda che orchestrava truffe milionarie via mail ai danni di aziende e persone di mezzo mondo, Stati Uniti compresi. Nei covi di lusso collegati ad Hushpuppi e ai suoi complici gli agenti hanno sequestrato – oltre a 40 milioni di dollari in contanti (sì, in contanti), auto e orologi – 50 cellulari e 20 Pc.

Erano quelli gli strumenti del vero lavoro della gang di Abbas, tra cui c’è almeno un altro rich kid di Instagram – Olalekan Jacob Ponle, 29 anni, detto «Mr Woodbery».

Usavano il cosiddetto «schema della mail di business», qui da noi «truffa del Ceo»: gli hacker entrano nelle mail professionali di chi lavora nella finanza e gestisce molti soldi, ne studiano clienti e modalità, e poi si fingono manager conosciuti che hanno bisogno urgentemente – per lavoro, o per motivi personali – di un grosso invio di denaro.

FBI

Nel 2019 l’Fbi ha registrato «frodi per oltre 3,5 miliardi di dollari» con questi metodi, sviluppati «al 90% – scrive la Bbc – in Africa occidentale»: il dipartimento del Tesoro Usa ha inserito 79 nigeriani nella lista dei cybercriminali più ricercati.

Hushpuppi e i suoi, che aprivano e chiudevano conti in tutto il mondo trasformando i bonifici in cash o bitcoin, tra gli altri avevano sottratto quasi 1 milione a uno studio legale di New York e 15 milioni a un istituto finanziario internazionale.

Puntavano – ha scritto l’Fbi – «a una truffa da 100 milioni di sterline a un club della Premier League». Nel loro settore erano i più bravi. Peccato non poterlo mostrare a nessuno.

 

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