Governo: prove tecniche di bluff

bluff

Bluff – Più che a un Governo, sembra di assistere ad un’esibizione di una fattoria. Sembrano tutti dei tacchini in fase di corteggiamento, che tirano fuori il petto. O meglio: uccelli Fregata (di nome e di fatto) che gonfiano a dismisura un sacchetto rosso (guarda caso) che hanno sul petto, per intimorire gli altri avversari maschi. Bluff sopra bluff.

Per citare liberamente Umberto Bossi di qualche anno fa: fanno a gara a chi ce l’ha più duro.

E così abbiamo il fenomeno Renzi (e questa volta la parola fenomeno è assolutamente di stima) che nonostante abbia una percentuale ridicola che potrebbe non superare lo sbarramento, comanda. Nonostante che Report lo abbia massacrato, continua ancora a comandare. A tenere per le gonadi un’asfittica maggioranza che assomiglia a un minestrone. Fa pure la voce grossa minacciando la rimozione dei suoi ministri. Bravissimo, dico davvero.

Sta battendo i piedi per la task force (altro giro, altra corsa, giù il gettone) di super esperti che Giusy Conte vorrebbe per gestire i miliardi del recovery fund. Così delegittima i ministri, dice Renzi (e ha ragione). Ma magari così potrebbe evitare che gran parte dei quattrini evaporino per strada.

Una cosa è certa: Giusy ha una stima decisamente bassa (quasi quanto la mia) dei propri ministri. Come dargli torto? Però, visto le manovre di Arcuri (come dimenticare pure Colao?) mi vengono di brividi di febbre a pensare chi potrebbe essere investito della carica.

Il problema è che hanno ragione sia Renzi che Conte. E ugualmente hanno torto entrambi. Siamo allo stallo alla messicana. Senza le pistole.

Pistole caricate a salve

O meglio: con le pistole giocattolo. Renzi è pronto a fare bum, Conte è pronto a fare bum bum. Ancora bluff. Vito Crimi ha la fionda e cerca di mantenere una certa pax romana. Lui forse ha capito come stanno veramente le cose.

Ma uno scaltro come Renzi, fa finta di non capire. Fa finta di voler far cascare il Governo, parlamento e via discorrendo. Bisogna per prima cosa arrivare ad eleggere un nuovo Presidente della Repubblica compiacente e gestibile: Mattarella andrà in pensione nel 2022.

Ma più che altro, sanno che se andassero alle elezioni, prenderebbero una bagnata epocale. M5S e IV sarebbero messi in cantina, e anche il PD prenderebbe una bella botta. E nessuno, ripeto nessuno, vuole perdere la tanto cara poltrona.

Il gioco del celodurismo continua, ma alla fine faranno gli amanti nel intimità delle stanze romane.

Come si dice a Firenze: fanno il can dell’ortolano, che abbaia da lontano.

 

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