Gli stati europei dove si pagano meno tasse

Il tema delle tasse è sempre scottante, soprattutto in Italia in cui, negli ultimi anni, la pressione fiscale è aumentata. Contrariamente al pensiero generale, tuttavia, l’Italia non è il Paese dove si pagano più tasse, ma si piazza all’ottavo posto in Europa, con una tassazione del 43,5% circa. Peggio di noi Germania, Belgio, Francia e i paesi scandinavi, con la Norvegia al primo posto, con una pressione fiscale del 54,8% circa.

Ci sono dei paesi europei in cui le tasse sono molto più basse e tra questi spiccano alcuni dell’est. Ecco, dunque, di seguito gli stati europei dove si pagano meno tasse.

Il loro peso, nella classifica che vedrete, è calcolato dal rapporto tra il gettito fiscale totale e il PIL del paese. In questo modo, si evidenzia quanta parte della ricchezza di un popolo viene pretesa dal rispettivo Stato.
In buona sostanza, il valore indica quanto la tassazione complessiva incide nel reddito di imprese e lavoratori.

BIELORUSSIA

Al quinto posto della graduatoria troviamo la’ Bielorussia, con una pressione fiscale al 24,2% che comprende: il 18% di tassazione sulle imprese, dal 10 al 20% sul reddito, IVA dal 10 al 20%.
Il recente ingresso nell’Unione Economica Eurasiatica ha comunque avuto delle ripercussioni sul sistema fiscale, come la tassa del 30% sull’acquisto di valuta estera o un tetto massimo di guadagno per le aziende.
Ci sono comunque delle zone franche o a tassazione agevolata, per le imprese che investono in determinati settori o per i lavoratori dell’High technologies Park.

LITUANIA

In classifica si trova la Lituania, con un totale di tassazione pari al 20,9%. L’imposta sulle aziende al 15%, fra il 31 e il 43% quelle sul reddito, e l’IVA è al 21%.
Nel corso degli ultimi anni alle prestazioni pubbliche (spesso di scarso livello) si sono aggiunte anche agenzie private. Ciò ha portato ad un abbassamento delle spese statali nel settore sociale, che di conseguenza ha permesso di ridurre le tasse ma, al contempo, ha portato a maggiori disparità di trattamento.
Secondo il regolamento lituano, i redditi prodotti dei residenti vengono tassati in Lituania, mentre per i non residenti vengono tassati quelli effettivamente prodotti sul suo suolo.
La Lituania, inoltre, si distingue per la facilità di aprire una società partendo da zero e la presenza di interessanti agevolazioni fiscali che attirano gli investimenti esteri.
Infine, sebbene il costo della forza lavoro sia tra le più basse d’Europa, è in genere giovane, ben istruita e molto motivata.

RUSSIA

Sebbene il sistema fiscale sia molto simile a quello degli altri paesi europei, a fare la differenza è una sorta di flat tax, non dipendente dal reddito, sulle persone fisiche, che è pari al 13%: è l’aliquota più bassa di tutta Europa. Non solo, ma il ricorso a consulenti e commercialisti praticamente non esiste, ed i cittadini presentano da soli le proprie dichiarazioni.
L’aliquota più alta dell’IVA (NDS) è solo del 18%, ed anche le aliquote delle tasse sulle proprietà (case, terreni, automobili) sono molto più basse del resto d’Europa.

AUSTRIA

Basterebbe partire dicendo che in Austria non esiste una tassa patrimoniale o sulle attività industriali, il che si traduce in un tasso di occupazione record che sfiora l’80%. Non si pagano tasse sugli immobili sfitti, perché non producono alcun reddito.
I redditi fino a €11.000 non vengono tassati, poi gli scaglioni salgono in maniera decisa già dal primo (36,50%) ma solo per la quota eccedente gli €11,000.
Infine sono parecchie le agevolazioni alle imprese, in special modo per quelle a scopo di ricerca.
Una curiosità? In Austria esistono le “bustarelle“, ma sono regolamentate. Chiaramente possono riguardare solo attività professionali lecite, ed esattamente come in Italia, sono le somme pagate per ricevere favori o agevolazioni in cambio. Esistono, e vengono tassate!

ALBANIA

Al primo posto della classifica degli stati europei dove si pagano meno tasse troviamo l’Albania, sempre più un’ambita meta turistica. La pressione fiscale è al 6,4%, così ripartita: l’IVA è al 20%, l’imposta sulle imprese al 15% e la tassa sul reddito prevede tre scaglioni, ovvero lo 0%, il 13% e il 23% degli introiti da versare.

In questi ultimi anni l’Albania è diventata sempre più luogo attrattivo per fare impresa, specialmente per gli investitori italiani, grazie al basso costo del lavoro (uno dei più bassi di tutta l’Europa), ad una diffusione della lingua italiana, alla posizione strategicamente interessante e al sistema fiscale “mite”. Inoltre, quest’ultimo non crea discriminazioni tra lavoratori ed investitori albanesi o stranieri, rimanendo molto vantaggioso per tutti.

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