Gli occhi della lepre e della civetta

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Gli occhi della lepre e della civetta

Nel suo libro Il tempo dell’ipocrisia Petros Markaris, il più noto giallista greco, usa un’espressione su cui riflettere:”l’occhio della lepre non è uguale a quello della civetta”.

Nel contesto in cui l’autore scrive, si fa riferimento alla possibilità intelligente che il commissario di polizia si apre per guardare il caso difficile da risolvere, cambiando in modo risolutivo prospettiva d’indagine.

A volte ci perdiamo a pensare scenari complicati ed impossibili quando poi la soluzione potrebbe essere davanti agli occhi e non essere vista. Spesso basta cambiare punto di vista, prospettiva: gli occhi della lepre sono diversi da quelli della civetta. Bisogna solo capire quale animale essere.

E se applicassimo questa filosofia alla politica italiana?

A nostro parere ne scaturirebbero conclusioni interessanti. La prima: capire quale animale essere non solo è importante, ma decisivo. L’animale di governo, se vogliamo definirlo così, deve guardare la realtà con occhi diversi da quello dell’opposizione. Non deve curarsi delle “emozioni ad horas” degli elettori, ma coltivare un occhio lungo. In altre parole: assumere stili, modi e tempi da legislatura.

Seconda conclusione: l’occhio di chi governa deve essere concreto e progettuale, non ideologico. I cittadini alla fine giudicano non i proclami da tribuno fatti nelle piazze o le battute in favore di telecamera ostentate da leader il cui unico sport è distruggere e non costruire. Al riguardo non conviene seguire l’armata Brancaleone delle opposizioni italiane sullo scivoloso terreno della facile demagogia.

Terza: chi governa deve risolvere problemi, non ordire trame di fantasia. Proprio per questo motivo le soluzioni cercate, trovate e proposte devono seguire le tracce più semplici possibile, quelle che i cittadini italiani spesso intuiscono con il buon senso. Sarebbe un gran ben risultato per chi governa strutturare le risposte intuite dai cittadini e procedere, come suggeriva Luigi Sturzo, realizzando “superiori sintesi sociali”.

La difficile e non impossibile arte di governo. Bisogna capire quale animale essere

Come insegna lo scrittore Markaris per bocca del Commisario Charitos, a volte la soluzione di casi complessi potrebbe essere davanti agli occhi. Basta non farsi condizionare o fuorviare.

Per questo il consiglio che diamo al governo di centro-destra è accettare fino in fondo il ruolo che elettrici ed elettori gli hanno assegnato. Capire che animale essere, secondo la filosofia di Markaris, equivale a guadagnare visione, lucidità, responsabilità, ruolo. Aggiungiamo anche un’ultima nota, che non è una bizzarra finezza: il governo del Paese ha la missione di sintesi volta all’interesse generale ed al bene comune. I partiti che lo sostengono, come diceva correttamente De Gasperi sono “parte”. La giusta ed intelligente misura porta ciascuno a svolgere nel miglio modo possibile il proprio compito, tanto diverso quanto complementare e non contrastante. Anche in questo caso è giusto ripetere che ci sono occhi di lepre e di civetta. E non sono gli stessi.

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