Gli attivisti del buon pensiero

africa

Sin dal mio arrivo in Italia da una vita in Africa non faccio che ascoltare i soliti attivisti del buon pensiero. Fatemi capire! Costoro si infervorano sull’argomento che gli Africani in Africa devono essere lasciati alla loro vita. Alle loro tradizioni culturali. E che noi occidentali siamo dei fetenti perché vogliamo invece imporgli i nostri modi.

Inutile ribattere.

E va bene! Lasciamo che gli Africani in Africa vivano della propria tradizione culturale, che, tra tante cose, include la supremazia dell’uomo sulla donna. Che spesso viene menata, esclusa, relegata a schiava del focolare, abusata e anche infibulata. Ma i Talebani non fanno qualche cosa di molto simile? Eppure apriti cielo per le donne Afghane! Che se sono più emancipate è per effetto della cultura occidentale e non certo per la loro tradizione culturale.

La cultura comunista delle colonie

E allora? Perché dare a me del colono occidentale, prepotente ed insensibile alle tradizioni culturali africane e invece silenzio sui Talebani per come trattano le donne? Ben inteso che io sono un femminista a favore di tutte le donne dell’universo. Perché, mi chiedo, questa drammatica differenza di preferenze? Una sola la mia risposta: negli anni ‘60 le colonie in Africa furono rovesciate dai popoli comunisti, quali Russia, Cina e Korea del Nord. La cultura che si diffuse da allora è che le colonie erano imperialismi mirati a occidentalizzare l’Africa attraverso lo schiavismo per sfruttarne le risorse ed imporre un modello occidentale per incrementare i consumi di Coca Cola e altre porcherie del genere.

Da allora questa posizione ideologica non è mai cambiata. Nonostante che sia stato provato che i liberatori comunisti hanno colonizzato a loro volta l’Africa attraverso lo schiavismo e l’impoverimento sociale e culturale dei poveri Africani, ed ecco che delle donne Africane si parla poco e tanto di quelle Afghane

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