GKN e il Ministro Orlando. La fuga degli investitori

Ministro orlando

Il decreto annunciato dal ministro Orlando e dalla sottosegretaria Alessandra Todde rischia di far fuggire i capitali privati che possono trainare la ripresa.

La norma “anti delocalizzazioni” che stanno approntando, così come ha giustamente detto anche il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, è inutilmente punitiva nei confronti delle imprese.

Come sostiene l’economista Cipolletta, dalle pagine del Corriere della Sera, “le banche danno i soldi ai loro clienti più solidi e così il private equity che porta capitale alle imprese che vogliono rischiare e innovare. Certo, in qualche caso possono anche sbagliare l’investimento, è umano, ma ci sono fior di studi che dimostrano come le aziende partecipate da fondi assicurino più crescita e occupazione”.

In questo momento un decreto dal sapore punitivo e vincolistico come quello Orlando-Todde rischia di compromettere soltanto importanti investimenti. Come quello che la multinazionale americana Intel vorrebbe fare a Torino per realizzare una fabbrica di microchip necessaria a ridurre lo schiacciante predominio dei semiconduttori taiwanesi.

Infine, leggere il comunicato del Collettivo dei lavoratori di GKN in cui si appunta il Presidente di Confindustria di avere fare “tatcheriano”, connotando dispregiativamente l’adesione al pensiero liberale della statista inglese, ci fa capire plasticamente cosa hanno in mente quelli che hanno scritto quel testo.

Rimane la solidarietà, la vicinanza umana e l’impegno a lavorare per ridurre la burocrazia, le tasse alle imprese e sul lavoro, ma non si può minimamente accettare la “tronfia arroganza”, tanto per citare il Collettivo, delle parole di quel comunicato. Firenze e l’Italia hanno bisogno di più libertà economica. Non di una decrescita infelice propria di quei modelli vetero-comunisti che hanno fallito in tutto il mondo e che qualcuno, ancora, vorrebbe sciaguratamente importare dalle nostre parti.

 

Emanuele Cocollini

 

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