Giustizia: Il SÌ alla Libertà.
Un SÌ forte, sonoro e irremovibile
L’approvazione definitiva della Riforma Costituzionale sulla Giustizia da parte del Senato non costituisce un traguardo, bensì l’innesco di una mobilitazione civile che interpella la coscienza dell’intera Nazione.
Dopo anni di sterili diatribe e di resistenza corporativa, l’inossidabile tenacia di chi ha un’anima liberale ha tracciato la rotta con determinazione: la parola torna finalmente al Popolo Sovrano, unico e legittimo arbitro di un cambiamento di portata epocale
Il cardine ineludibile di questa Riforma è la separazione delle carriere tra Giudici e Pubblici Ministeri.
Per i LiberaldemocraticiItaliani, questo non è un dettaglio tecnico, ma un principio sacro e non negoziabile, sostenuto costantemente nella nostra storia politica. Rappresenta infatti
la cifra distintiva di una civiltà giuridica matura che non può più tollerare alcuna forma di ambiguità istituzionale.
I LiberaldemocraticiItaliani, hanno da sempre concepito tale separazione come essenziale per l’autentica imparzialità della giustizia
Votare Si al referendum non significa e non ha certo l’intento di “imbavagliare”, chiudere la bocca alla magistratura, bensì di liberarla dal pesante fardello politico /corporativo che, con le sue correnti interne, ne ha inquinato la percezione di terzietà e ne ha compromesso l’efficacia operativa.
Ci stiamo avvicinando finalmente a qualcosa di importante, alla realizzazione della riforma liberale che l’Italia attende da decenni. Sperando di concluderla, senza mai sottrarsi a questa battaglia di civiltà giuridica.
L’appello ora è diretto a ogni cittadino, a ogni imprenditore e a ogni onesto lavoratore che ha subito le conseguenze dell’inefficienza e della lentezza di un sistema obsoleto.
La Riforma è un imperativo categorico di efficienza, garanzia e modernità. L’ impegno politico non è indirizzato contro l’Ordine della Magistratura, ma è saldamente a favore di una Giustizia credibile, celere e realmente imparziale. Questa scelta non è un duello sterile tra politica e magistratura, bensì l’affermazione della supremazia del Diritto e la tutela intransigente della libertà individuale
L’unica risposta coerente al referendum, con lo spirito garantista e liberale della nostra Repubblica è, dunque, un SÌ forte, sonoro e irremovibile.
La posta in gioco è la libertà del cittadino contro l’onnipotenza di un sistema che, per troppo tempo, ha finito per autoreferenziarsi e sfuggire a ogni reale controllo.

