Giunta Giani II: la rivoluzione della mediocrità… in corsia d’emergenza

Giunta Giani II: la rivoluzione della mediocrità… in corsia d’emergenza

Non si poteva chiedere un inizio più rivelatore di questo.

La nuova Giunta Giani II non ha ancora avuto il tempo di mettere sul tavolo una sola proposta concreta, fatta eccezione per il riconoscimento simbolico di uno “Stato” che non esiste, da parte di una Regione che non ne ha né titolo né motivo, se non quello di esasperare le tensioni nazionali e di ammiccare pericolosamente agli antagonisti, nella speranza di farseli amici nelle piazze… salvo poi perderne il controllo come accaduto a Bologna

Intanto, però, la giunta è riuscita a mostrare perfettamente il suo stile: sorpassi vietati, scorciatoie di potere e una concezione aristocratica della politica che manco nel Settecento.

La scena è ormai nota: Cristina Manetti imbocca la corsia d’emergenza dell’A11 per saltare la coda. Non un errore, non una distrazione: una prerogativa da “io passo, voi aspettate”

Arriva la Polizia, arriva la multa, arriva la sospensione della patente. E poi… arriva lui, il Presidente Giani, che si precipita sul posto come se si trattasse di una crisi internazionale invece che di una palese violazione del Codice della Strada.

Poi la vicenda prosegue con incontri ufficiosi, trafelati e certo non pubblicizzati avvenuti in Prefettura, richieste di chiarimenti, tentativi di raddrizzare ciò che raddrizzabile non è. Ricorso presentato e poi ritirato in fretta. Una figuraccia, un tentativo di salvarsi, un’altra figuraccia. Un trittico perfetto.

Da anni ci vengono impartite lezioni di etica, moralità, trasparenza

Poi però ci troviamo di fronte a comportamenti da furbetti qualunque. La frase non detta, ma evidente, è sempre la stessa: “Voi non sapete chi siamo noi.” Triste, arrogante, ridicola, patetica. E soprattutto incompatibile con l’idea stessa di rappresentanza democratica.

Chi governa dovrebbe dare l’esempio, non infrangere le regole mentre si sente al di sopra degli altri cittadini

Il quadro si completa con l’altro capolavoro di questa giunta: la vicepresidente ventitreenne, senza esperienza ma con il fondamentale requisito di essere gradita al segretario nazionale; i candidati con migliaia di preferenze parcheggiati in ruoli secondari; la distribuzione di incarichi più simile a un gioco di pedine che a una scelta basata su merito e responsabilità.

A questo punto era inevitabile che la prima “azione politica” concreta della giunta sarebbe stata una corsia d’emergenza: è la metafora perfetta del loro modo di intendere il potere

Non risolvere i problemi, non migliorare il sistema, ma scavalcare gli altri.

E allora è bene essere chiari che questa non è una banale infrazione stradale. È un modo di intendere la politica come un livello superiore, un salotto esclusivo dove chi governa è “noi” e i cittadini sono “voi”. Una mentalità profondamente distorta che non dovrebbe appartenere a chi ha giurato di servire la comunità.

E per descrivere al meglio questo spettacolo, basta una sola frase, più attuale che mai che ben si addice al Granduca Giani II alla luce di ciò che è accaduto:

“Cari toscani, ci dispiace… ma noi siamo noi, ci avete eletto, e voi non siete un cazzo.”

Concludo dicendo che erano altri tempi quando i cinque stelle fecero dimettere un sindaco a Roma con l’accusa di aver evitato delle multe e poi riuscirono a spodestare il pd insediando al campidoglio l’ormai meteora Raggi, ma si sa adesso i cinque stelle sono al governo con il campo largo pronti dopo l’elezione di Fico a tornare ad insegnarci l’onestà.

Leggi anche:

Exit mobile version