Giù le mani dalle nostre feste

Giù le mani dalle nostre feste

È passata la festa di Ognissanti, è passata la ricorrenza dei morti, e deve arrivare il Natale. Che io voglio continuare a chiamare Natale, come chiamo il 15 agosto Festa dell’Assunzione, il 6 gennaio Epifania e la Pasqua la chiamo Pasqua.

Sinceramente la festa d’inverno è una delle più grandi schifezze che abbia mai sentito.

Inclusivi? No imbecilli!

Qui non è il fatto di includere tutti. Quello è veramente relativo, nella società multiculturale. Qui si continua a voler penalizzare la maggioranza, a vantaggio di minoranze.

Se una società fosse multiculturale, ognuno dovrebbe poter liberamente festeggiare le proprie tradizioni. Il problema neppure si porrebbe. Ma nei fatti, anche se fortemente indebolita da anni di relativismo ed individualismo sfrenato, la cultura prevalente è quella giudaico cristiana in Occidente. E questo disturba qualcuno.

Questa cultura è fortemente invisa alle élite intellettuali. Purtroppo noi dobbiamo stare ancora dietro a quattro coglioni radical chic. La fanno da padroni,  egemonizzando la cultura.

Ma chi chiede alle minoranze di rinunciare a qualcosa?

Qualcuno chiede per caso di rinominare il Ramadan per essere inclusivi?

Mettiamo bene in chiaro una cosa, io non chiederei mai ad un paese musulmano di rinominare il Ramadam, per includermi se vivessi lì. Sarei io a dovermi integrare, mantenendo la mia religione, ma rispettando il fatto che nel paese che mi ospita c’è una cultura. Vi ricordo perciò che in Italia esiste una tradizione, c’è una ben precisa sensibilità.

Il Natale è una festa religiosa.

Esattamente come lo è il Ramadan. Se a qualcuno non piace il crocifisso, il presepe, la messa è liberissimo di non parteciparvi. Le nostre leggi non impongo a nessuno di festeggiare. Ma nessuno deve vietarmi di farlo.

Anche perché ,quand’anche uno sia ateo, deve capire che esiste anche la storia e la cultura di un paese. E a cementare l’unità nazionale italiana e l’identità europea c’è sicuramente il cristianesimo.

Non dobbiamo essere disponibili a cedere un millimetro sui nostri valori di riferimento. Né per i nuovi arrivati, né per quei progressisti utopisti che possono vivere liberamente le loro illusioni nella loro testa, senza ledere la nostra libertà. A vantaggio poi di religioni molto più intransigenti della nostra.

Il Natale resti Natale!

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