Gere e Rubio: ma a casa vostra no?

Di Gabriele Rubini, al secolo (perché per dire “in arte” bisogna che un po’ d’arte ci sia) Chef Rubio, penso che esprimere un commento sia addirittura pleonastico. Ma poi, chef di cosa? Al massimo Che-f, visto il suo comunismo imperante che nemmeno i più nostalgici seguaci di Stalin riescono a eguagliare. Ok hai bisogno di pubblicità perché ormai non ti si caga più nessuno, quindi fai una comparsata a bordo della nave ONG, produttrice di quattrini a favore dei mercanti di schiavi, Open Arms. Quindi mi fermo qui. 

Ma uno come Richard Gere, un famosissimo divo di Hollywood, con un patrimonio personale di non si sa quanti milioni di dollari, debba andare a rompere le palle con queste cose, proprio non lo digerisco.

Che poi li avete visti i “poveri migranti stremati”? Fra smart-phone, collane d’oro, floride signore con un dislocamento importante, e cristoni nerboruti con fisici da culturisti, sembrano tutto fuori che patiti di fame.

Vuoi vedere che siamo veramente a Hollywood e qualcuno ci ha fatto sopra anche una bella regia?

Ad maiora!

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