FUNARO : ” LE MURA STORICHE DI FIRENZE VANNO ABBATTUTE”
Hanno la faccia come lascio a voi immaginare a cosa, ma il problema non è loro. Il problema è chi continua a votarli.
Per anni ai fiorentini è stato raccontato, con tono grave e pedagogico, che una metropolitana a Firenze fosse impossibile: troppo rischiosa, troppo invasiva, troppo pericolosa per il patrimonio storico-artistico del sottosuolo
Un mantra ripetuto all’infinito da giunte di ogni colore sempre di sinistra da Primicerio, Dominica, Renzi, Nardella e adesso Funaro la Tranvia ( di fatto unico mezzo pubblico ) è diventata l’opera identitaria di un regime amministrativo che non ne ha mai messo in discussione alcun aspetto e ogni critica o richiesta di modifiche o adeguamento era vissuta come fosse una lesa maestà quindi è rimasta con sorprendente continuità politica immodificabile come nei progetti ormai risalenti agli anni del millennio passato.
Infatti, scavare sotto Firenze?
Giammai hanno sempre sostenuto. Perché avremmo distrutto secoli di storia. Roma, evidentemente, è costruita su un parcheggio sterrato viste le uscite metro di Piazza di spagna, Fori imperiali e adesso Piazza Venezia.
A Razzanelli fu detto che questa ipotesi non poteva essere fatta a Firenze per il patrimonio sotterraneo e per il pericolo idrogeologico salvo poi far passare la tav esattamente sotto il centro Fiorentino.
Ma poi però arriva la tramvia ormai l’opera infinita progettata oltre 30 anni fa e in contruzione da oltre 20, con tempi e costi imparagonabili con il resto d’europa.
Adesso però a Firenze abbiamo la tranvia delle tranvie che non è una tramvia qualsiasi, ma la tramvia “buona”, “green”, “inevitabile”, “moderna” identitaria come le politiche propal del centro sinistra
E guarda caso, adesso strano a dirsi sotto i viali di circonvallazione costruiti dopo la demolizione delle mura dal Poggi, proprio li sotto il tracciato, spuntano le mura medievali. Quelle vere, quelle che nei libri di storia non sono un’ipotesi ma una certezza.
A quel punto la musica cambia
Niente più sacralità del sottosuolo, niente più allarmi culturali. Le mura “vanno rimosse”. Lo dice la sindaca Sara Funaro senza troppi giri di parole: “Sbloccare la tramvia, le mura trovate vanno rimosse”. Non studiate, non valorizzate, non integrate: rimosse.
Qui non siamo davanti a una scelta tecnica, ma a una contraddizione politica grande come le mura stesse
Per decenni si è sostenuto che scavare fosse impossibile per tutelare la storia; oggi, quando la storia intralcia un’opera già decisa, la tutela diventa improvvisamente negoziabile.
Il patrimonio culturale è intoccabile solo finché non dà fastidio al cronoprogramma e ai fondi da spendere, possibilmente prima che qualcuno chieda conto dei ritardi.
Il paradosso è che tutto questo avviene nel cuore di una città che vive di rendita sulla parola “Unesco”, salvo poi non accorgersi – testuali fatti – di un cubo nero piazzato in piena area vincolata
Un oggetto grande, opaco, visibile, discusso a livello internazionale, comparso come se Firenze fosse diventata improvvisamente una periferia distratta. Se non vedi un cubo fuori terra, figurarsi cosa puoi fare sottoterra.
La cosa più sconfortante, però, non è l’incoerenza di chi governa
Quella, a Firenze, è ormai una tradizione. La cosa sconfortante è la platea. Una città che da decenni beve qualsiasi cosa le venga raccontata, purché sia detta con l’aria competente di chi “sa cosa è meglio”. Prima la metropolitana era il male assoluto, ora le mura medievali sono un inciampo burocratico.
Prima il sottosuolo era sacro, ora è sacrificabile
E così si demolisce, si rimuove, si accelera. Non perché non esistano alternative, ma perché fermarsi significherebbe ammettere che la narrazione era falsa.
Che non era la tutela il problema, ma la scelta politica
E ammetterlo, a Firenze, è l’unica cosa davvero impossibile da scavare.

