Franck Ribery, e quella sensazione di insicurezza tutta italiana

L’Italia è sempre più un posto pericoloso dove manca la certezza della pena

Franck ribery

Franck Ribery – Il campione francese in forza alla Fiorentina è uno che nella sua vita ne ha viste di tutte. O quasi. Però a Firenze non si sente sicuro. E non voglio credere che sia un attacco mirato alla città (anche se magari potrebbe essere la scusa per andarsene via). E ha deciso: con sua moglie terrorizzata, alza le mani; si arrende alla delinquenza regoalrizzata di questo paese, e se ne va.

La sensazione di insicurezza deriva dalla deriva (adoro i giochi di parole) che sta attraversando l’Italia. Chi ha vissuto a Istanbul come Franck Ribery, dovrebbe essere abituato alla violenza cittadina, ai furti in appartamento. Ma sembra che invece lui e sua moglie siano rimasti estremamente sconvolti dall’accaduto di due giorni fa.

E probabilmente tutti i torti non li ha. Una nazione come l’Italia è diventata la porta di ingresso all’Europa della delinquenza a basso costo, dello spaccio magrebino e della prostituzione nigeriana. La nazione della non certezza della pena.

Da noi i rom, gli zingari per parlar chiaro, sono considerati una categoria da proteggere (vero Enrico Rossi?) che si permettono pure di manifestare sotto il comune perché, causa COVID-19, non possono più rubare per mantenersi.

Noi siamo quelli che gridano allo scandalo per un nuovo focolaio di infetti – famiglia di 4 persone – quando sui 189 della Ocean Viking (francese) e potenzialmente delle bombe infettive (che vanno ad ampliare quel +345% rispetto alla gestione Salvini) nessuno fa un plissé.

Per tacere di Mondragone dove la comunità bulgara (leggi rom) “residente” abusivamente negli ex edifici della Cirio, viola a scopo dimostrativo la zona rossa e si dà alla fuga in massa.

Tutto normale, tutto molto politicamente corretto. Tutto volto a far scappare dal bel paese. E pensare che la Costituzione tutela la sovranità popolare. Anzi, tutelerebbe. De Nicola si sta rivoltando nella tomba, ne sono sicuro.

E qui il grido di Franck Ribery e di sua moglie, che hanno paura a vivere in Italia, dovrebbe far pensare. Invece di aggiustarsi il ciuffo e di fare impeccabilmente il nodo alle cravatte, adesso dovrebbe cominciare a pensare alla nazione che ha il privilegio di governare.

 

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