Fracchia la belva umana e omofoba

La censura dei social sempre più comica ora se la prende con la commedia sexy

Fracchia

Banfi, Villaggio e Fantozzi e Fracchia sono omofobi. E sotto sotto sicuramente fascisti e razzisti.

Facebook, il social network di Mark Zuckerberg, ha deciso di chiudere il gruppo Noi che amiamo Lino Banfi official con oltre 117 mila iscritti dedicato al caro ed amatissimo attore pugliese.

Il tutto per incitamento all’odio e alla violenza contro gli omosessuali e per la presenza di contenuti sessuali.

E ci credo che erano presenti, tutta la commedia sexy italiana era fondata su quello.

O sui travestimenti da donna dei protagonisti, d’altra parte “A qualcuno piace caldo” docet.

Poche settimane fa tale sorte era capitata ad un altro gruppo l’Ufficio Sinistri dedicato questa volta ai film di Fantozzi, il ragioniere più famoso d’Italia.

Per fortuna quest’ultimo pare essere stato solo temporaneamente.

Contenuti omofobi

I contenuti principali postati all’interno di questi gruppi riguardano scene e sequenze tratte da celeberrime pellicole di Banfi e Villaggio.

Come Fracchia la belva umana, Zucchero, miele e peperoncino ed altre pellicole della sempre amata commedia sexy all’italiana.

Che ha accompagnato e svezzato la pubertà di intere generazioni, lanciando al contempo molti ottimi attori ed attrici.

Commedie che erano lo specchio della società italiana anni ’70 e ’80. Commedie sexy e boccaccesche nelle quali le bellone di turno erano concupite e spiate negli spogliatoi, dove concedevano “involontari” spogliarelli ingenui ed innocui.

Unitamente ai film di Pierino, con Alvaro “Jean Todt” Vitali, la facevano da padroni Banfi, Montagnani e Villaggio, sia pure in misura minore.

La scena incriminata

Una delle scene più famose è quella del ristorante Da Sergio e Bruno Gli Incivili in Fracchia la belva umana dove il commissario Auricchio (Lino Banfi appunto) va a caccia della Belva Umana (Paolo Villaggio) che è a cena con l’eterna corteggiata, Anna Mazzamauro.

Banfi si trova di fronte ad un’accoglienza particolare.

All’epoca andavano di moda ristoranti e locali come “La Parolaccia” dove i gestori insultavano gli avventori, in tono comico e satirico.

Roba che adesso farebbe piangere le stelline politically correct, che griderebbero allo scandalo. Ed infatti lo fanno, rovinandoci la vita.

Il personale del locale accoglie Banfi quindi con una chitarra in mano cantando. ”E benvenuti a ‘sti frocioni, belli grossi e capoccioni..”

La risposta del poliziotto suona dello stesso tenore “Non sono frocione, non mi chiemo frì frì, sono commissario e ti faccio un culo così!”

Orrore, omofobia, fascismo, razzismo.

Questa scena, entrata oramai nella nostra cultura popolare è stata considerata da Facebook come un incitamento all’odio e alla violenza contro gli omosessuali.

Inoltre sul gruppo erano presenti le classiche scene dai tratti dai film del Lino nazionale più amati dove lo troviamo in compagnia di icone sexy.

Gloria Guida, Edwige Fenech, Nadia Cassini e molte altre in pose ed ammiccamenti ritenuti non rispettosi delle regole.

Addirittura contenuti al pari dei pornografici.

Roba da pazzi.

Tutti film sono a rischio

Diciamoci la verità: la commedia è dai tempi di Plauto che sfotte le debolezze umane.

È la sua natura.

Accuse di Omofobia, Body Shaming e altre idiozie create da radical chic decerebrati non cambieranno la realtà delle cose.

Semplicemente ci renderanno solo piu tristi.

E riveleranno le distorsioni mentali di chi le evoca.

Oltretutto noi toscani siamo ancora più a rischio.

Amici miei, trilogia di film cult, è infarcito di battutacce e discriminazioni sessiste.

Leonardo Pieraccioni veniva apostrofato con un toscanissimo:  “se sei buco dillo”.

Omofobi anche loro. Ma per piacere.
Vigliamo eliminare tutto? Facciamolo fino in fondo allora.

Ovviamente anche Dante e il suo Inferno andrà censurato, con il girone dei pederasti.

Quando invece l’alternativa sarebbe più semplice ed alla portata di tutti.

Spernacchiare queste ideologie che scadono sempre più nel ridicolo.

Una risata li seppellirà. Ci vorrà tempo ma succederà, rideremo di questa assurda censura stile DC anni ’50. Ma nel frattempo assistiamo attoniti alla pochezza umana di queste istanze.

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