Firenze: nel carcere di Sollicciano la prima lingua è l’arabo la prima religione quella islamica ma il conto lo pagano gli italiani

Il carcere di Sollicciano è il principale istituto di detenzione di Firenze, negli ultimi trentacinque anni le cose sono molto cambiate, e la casa circondariale fiorentina è un ottimo esempio dell’andamento generale.

La pianta del complesso è ispirata al giglio di Firenze (oggi andrebbe fatta a forma di Ka’ba de La Mecca). Il numero di detenuti è di 800 unità circa – varia in base alle prenotazioni, diciamo -, anche se la capienza regolamentare è di 494. La polizia penitenziaria è formata da 486 persone contro le 696 previste, gli amministratori sono 30 contro i 52 previsti. Sovraffollato e sotto organico. Strano.

I dati più inquietanti, tuttavia, sono quelli relativi agli “ospiti”. Firenze è una città turistica, potevano i carcerati non essere stranieri? Non sia mai. Infatti il 72% dei clienti di Solliccano sono extracomunitari. Strano anche in questo caso, non l’avreste mai detto, dite la verità. Di questi signori la metà è magrebina.

Ricapitoliamo: a Sollicciano la lingua più parlata è l’arabo, la prima religione è quella islamica e il conto dell’albergo lo pagano gli italiani. Non fa una piega. Un detenuto costa circa 180/200 euro al giorno, gli immigrati sono circa 580, risultato: € 3.500.000 al mese – € 41.500.000 l’anno. La situazione e più o meno la stessa in tutto il centro-nord.

L’idea che 42 milioni di euro dei nostri soldi debbano essere spesi ogni anno per mantenere lor signori venuti da Maghreb & Co, mi fa rende sempre più convinto che i porti vadano tenuti chiusi. Per sempre.

 

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