Fine del girone d’andata. Alle radici di un fallimento

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La fine del girone di andata è ogni anno occasione di fare i primi bilanci di una stagione. E per la Fiorentina purtroppo il bilancio non è affatto positivo: 23 punti, parte destra della classifica, 9 punti in meno dell’anno scorso, dodicesimo attacco della serie A. Ed infine l’onta di chiudere la prima metà della stagione dietro l’Empoli, non era mai successo nella storia del club viola.

All’inizio della stagione ci eravamo fatti una domanda: la Fiorentina è più forte dell’anno scorso? La risposta all’epoca non era facile, il campo, abbiamo scritto, sarebbe stato l’unico in grado di dare una risposta.

Verdetto implacabile

Purtroppo il campo ha parlato ed il verdetto di cui sopra è stato implacabile. Evidentemente l’ultimo mercato estivo è stato un completo fallimento, tanto che lo stesso Italiano, che tuttavia non è esente da responsabilità, sembra non fidarsi dei nuovi acquisti tanto da utilizzarli poco o niente. Nell’unica vittoria del 2023 contro il Sassuolo nessun nuovo acquisto infatti è stato schiarato dall’inizio e l’unico che entrato in partita in corso (Dodo) ha fatto solo danni.

Evidentemente qualcosa non è andato per il verso giusto se Gollini viene dopo solo tre mesi rispedito al mittente. Se lo stesso Dodo si è ad oggi dimostrato essere inferiore, nonostante il prezzo, di Odriozola che un fenomeno comunque non era e non lo è tuttora. Mandragora si è dimostrato debole sia tatticamente che fisicamente. E se Jovic purtroppo ha deluso, confermando la pochezza delle ultime stagione e dimostrando che il giocatore che fece innamorare il Real Madrid è ormai un lontano ricordo.

Già Jovic: un talento sprecato. È indubbio che ha il DNA del grande giocatore di calcio, ma il suo problema sembra essere di testa, e quanto è successo negli ultimi minuti della partita di sabato scorso ne è la prova: aveva la porta spalancata, l’occasione di pareggiare, e si è fatto rubare la palla da un ragazzino. Senza peraltro mostrare nessun segno di disappunto. Ciò vuol dire solo una cosa: che il giocatore non era in campo con la testa.

Qualità inferiore rispetto allo scorso anno

Italiano ha fine partita ha provato a spiegare cosa sta succedendo ed ha detto una cosa che forse è passato troppo sotto traccia, ovvero che rispetto all’anno scorso la Fiorentina ha perso in qualità. Confermando quindi la bocciatura del mercato estivo.

È probabile che Italiano si riferisca al fatto che manca qualità negli esterni bassi, che sono fondamentali nel suo gioco, perché sono coloro che dovrebbe creare le occasioni da gol arrivando in fondo e crossare: Venuti e Biraghi non sembrano essere in grado di farlo. Si riferisce al fatto che in mezzo al campo manca un vero regista dai piedi buoni capaci di verticalizzare il gioco e mandare in porta le punte. Amrabat è un gran recuperatore di palloni ma non ha alcune dote di impostazioni. Il bellissimo mondiale che lo ha visto come protagonista ha un po’ drogato la sua valutazione: il giocatore marocchino è infatti un ottimo gregario che non può giocare come leader perché non è ha né le caratteristiche né le capacità. Ma ha bisogno di giocare con un leader per rendere al meglio.

Per non parlare poi dell’attacco ormai da un anno orfano di un giocatore capace di segnare 17 gol in 19 partite che, ad oggi ancora nonostante tre tentativi (Piatek, Cabral, Jovic) non è stato ancora sostituito.

Siamo solo a metà stagione

La stagione però non è finita, siamo appena a metà e ci sono due coppe da onorare cosa fare quindi? Non sembra che dal mercato di gennaio possa arrivare qualche aiuto e devo dire che forse alla fine è meglio cosi: giocatori come Petagna o Bonazzoli non potranno aggiungere niente di più di quanto non stiano facendo Jovic e Cabral. E non sembra ci sia la volontà di investire in giocatori più affidabili.

Cambiare per cambiare può portare a risultati peggiori. Pertanto sarà compito dell’allenatore sollecitare nei giocatori una sorta di reazione di orgoglio. Di cercare di fare rendere al meglio la squadra che, è vero non è una squadra di vertice, ma che non è nemmeno quell’ombra di squadra che abbiamo visto in questo inizio di 2023. Quanto ai tifosi c’è da compattare un ambiente che sta diventando bollente, vedi la piccola contestazione a fine partita ai piedi della Tribuna d’Onore.

Una stagione anonima

È comprensibile il fatto che trai i tifosi vi sia il fondato timore di precipitare in una stagione anonima non da Fiorentina. Ricordo infatti che nella classifica perpetua del campionato di Serie A la Fiorentina occupa il quinto posto. Ma non è certo la strada dei processi quella da percorrere: i processi si faranno alla fine, perché oggi nonostante tutto, la stagione non è compromessa. Né in campionato dove la zone Europa è distante (grazie alla penalizzazione della Juventus) solo cinque punti. Né nelle coppe dove c’è la possibilità di andare avanti sia in Italia che in Europa, ma a patto di ritrovare un benché minimo impianto di gioco.

Se quindi l’allenatore è un allenatore ambizioso è il tempo di fare vedere di che pasta è fatto, perché è troppo facile fare il fenomeno quanto va tutto bene. Il vero grande allenatore si vede nei momenti di difficoltà come questo.

Ed alla fine ci ritroveremo tutti, non in un bar come canta Vasco Rossi, ma a fari i bilanci e sopratutto tesoro degli errori fatti in modo da non ripeterli o quanto meno limitarli.

 

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