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Home Firenze

Finché non tocca a te

di Barbara Felleca
22 Agosto 2025
In Firenze
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Firenze: Straniero le strappa i vestiti di dosso per stuprarla
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Finché non tocca a te

La mia Firenze è tutta intenta in questi giorni ad inorridire difronte al parallelepipedo nero che come a Tetris sovrasta quel che resta dell’ex Teatro Comunale, ed a sgomentarsi per il taglio sconsiderato di alberature secolari che stravolgono i nostri Viali cittadini in nome del nuovo che avanza (una tranvia vecchia di decenni); io, invece, inorridisco e mi interrogo davanti alla notizia dell’ennesima molestia sessuale ai danni di due giovani donne che in una sera di agosto sono state palpeggiate da un soggetto poi identificato, mentre aspettavano la tranvia alla fermata

Avete capito bene: due ragazze, poco più che maggiorenni, ad aspettare la tranvia alla fermata, ed un maschio adulto che si è sentito in diritto di palpeggiarle, cosa (abuso) che ha fatto finchè le due donne non hanno trovato rifugio in un locale aperto, mentre le Forze dell’ordine assicuravano almeno per la nottata passata il galantuomo al carcere di Sollicciano.

Le due giovani donne, alle quali va il mio abbraccio fortissimo, sono state violate nel loro diritto, sacrosanto ed inviolabile, di vivere in serenità lo spazio pubblico della loro città, di camminare in sicurezza, di godersi con la doverosa spensieratezza la loro giovane età, in una città che appare tristemente assuefatta ad episodi di cronache di violenza più o meno annunciata

Premesso che siamo tutti garantisti, e che la nazionalità dell’aggressore è, in questa vicenda, secondaria, visto che siamo tutti geneticamente accoglienti ed inclusivi, con un credo radicato nella giustizia, nella legalità e nel principio di certezza della pena; visto che siamo tutti ben consapevoli di come si ripartiscono le competenze in tema di ordine pubblico, non credete, cari fiorentini, che sia più che lecito, a questo punto della storia, dire basta a degrado ed insicurezza, senza il timore di essere tacciati di intolleranza, o peggio, di fascismo?

Vogliamo dire, cari i miei concittadini, tutti insieme, che è diritto delle nostre figlie e di noi donne tutte spostarsi in città senza essere vittime di aggressioni e molestie?

Ormai siamo tutte abituate a restare in chiamata con le amiche se percorriamo strade poco frequentate, e ci sentiamo in pericolo, tanto che abbiamo imparato a perlustrare con gli occhi ogni zona per sentirci al sicuro.

Ma non basta, e non è giusto

E, allora, vogliamo chiedere a gran voce che chi delinque, come il nostro galantuomo alla fermata della tranvia, sia perseguito nel rispetto dei sacri principi di giustezza e proporzionalità, e che se chi delinque è – come spesso accade – irregolare sul nostro territorio, allora sia accolto in condizioni di decoro e dignità in centri appositi (i CPR, Centro di Permanenza per il Rimpatrio) prima di essere rimpatriato, anziché tornare in strada a delinquere?

La questione CPR scalda ancora il dibattito pubblico, e certamente sarà tema della prossima campagna elettorale, e dunque è più che legittimo, a questo punto della storia, ricordarci che una legge dello Stato (la legge sull’immigrazione Turco-Napolitano) istituì nel lontano 1998 quelli che adesso si chiamano CPR, acronimo che sta per Centri di permanenza per i rimpatri, luoghi deputati al trattenimento del cittadino straniero in attesa di esecuzione di provvedimenti di espulsione: detto in parole povere, strutture di detenzione amministrativa dove vengono reclusi i cittadini non comunitari sprovvisti di un regolare documento di soggiorno oppure già destinatari di un provvedimento di espulsione, in attesa del rimpatrio

In Italia ne esistono 10, e l’obiettivo del Governo pare quello di averne almeno 1 in ogni Regione, Toscana inclusa.
Così, lascio ad altri la retorica delle frasi fatte o della scaricabarile di circostanza, perché, per quanto mi riguarda, credo sia il momento giusto per dirci che oggi la questione “sicurezza” è una questione reale, ed un problema diffuso.

Che la “colpa” sia Roma e del Governo che non mandano abbastanza agenti in città, che sia Firenze una città nella quale il controllo del territorio è forse sfuggito di mano, una domanda, facciamocela tutti: fin dove si arriva?

E fin dove si arriverà, se la sinistra dell’accoglienza diffusa a tutti i costi continua ad ostinarsi in un NO alla creazione di un CPR in Toscana che pare un punto condiviso del contratto di governo tra PD e Cinque Stelle?

Volete, cari Amministratori della Cosa Pubblica, spogliarvi per una volta delle ideologie e condividere pragmaticamente tutti insieme, dal Governo alle città, nell’interesse dei cittadini, una strategia comune affinchè legalità e diritti siano salvaguardati, senza se e senza ma?

Anche la sicurezza è un diritto, ricordiamocelo sempre, come la dignità della persona, che deve essere sempre ed ovunque salvaguardata, anche nei CPR.

E se non vi piacciono, non chiamateli CPR

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Tags: DONNEFIRENZEIN EVIDENZAMOLESTIESTUPRO
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