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Festival di Sanremo: fenomeno da baraccone

di Paolo Sebastiani
11 Marzo 2020
In Attualità
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festival
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Festival – Sanremo fa sempre più pena, non serve scomodare un critico dello spettacolo per farsi un’opinione. E’ patetico. Punto.

Amadeus sembra quello originale, del Settecento. Il nostro Amadeus Mozart è stato, suo malgrado, ficcato dai costumisti dentro una improbabile giacca, grigia come lui ma incredibilmente scintillante, a differenza di lui. L’impressione nel complesso era più quella di un attempato mandrillo da night, che di un presentatore da prima serata main stream.

Vista la tristezza complessiva dello spettacolo che ci hanno inflitto, è stata una scelta azzeccata da parte di mamma Rai. Da mamma passiamo a nonna. Diletta ci diletta con un infinito monologo soporifero para siciliano che ha l’invidiabile capacità di rendere percettibile il vuoto cosmico.

La Leotta del festival mi ha stupito, l’avevo sottovalutata. E’ riuscita a parlare del nulla per oltre 6 minuti, senza mai dare l’impressione di dire qualcosa di sensato. Non era facile. “La bellezza capita, non è un merito. Certo è un vantaggio”, ci spiega lady Leotta. Anche l’intelligenza capita, non è un merito e certo è un vantaggio. E’ un gran peccato che non capitino mai insieme.

Tocca necessariamente spendere pure due parole anche per quel fenomeno “artistico” che risponde al nome di Achille Lauro, al secolo Lauro de Marinis classe 1990, ovvero colui che è convinto di essere Amleto. Come ci rende noto nella sua imperdibile autobiografia: “Sono io Amleto”. Essere o non essere? Propendo per la seconda opzione.

Achiller ha scandalizzato il pubblico laccato dell’Ariston sfoggiando un abito, se così si può chiamare, firmato Gucci – modico prezzo di € 5.700 – che si ispira, niente pò pò di meno che, ad uno degli affreschi di Giotto. Il pervestito Lauro ha esibito il tutto con l’ostentato orgoglio di chi osa sfidare la morale corrente, grazie ad una con una novità assoluta. Peccato che la “novità assoluta” abbia oltre venti anni. Ci aveva già pensato Marylin Manson, che di talento ne ha da vendere, con l’album Mechanical Animals uscito nel settembre del 1998. Altro che Festival 2020.

Insomma, tra Amadeus, Giotto, Amleto e Maria Goretti la kermesse festeggia il 69° anno di età, e si vede.

Leggi anche: http://www.adhocnews.it/oliviero-toscani-sul-ponte-morandi-ma-a-chi-interessa-che-caschi-un-ponte-ma-smettiamola/

 

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