FATE FUORI IL PD

Democraticamente

FATE FUORI IL PD

Stefanos Kasselakis è il nuovo leader della sinistra greca,quella di Syriza, nata per opporsi allo strangolamento della Grecia da parte di banche e finanza.

Il neoleader è un ex banchiere ed ex armatore,cresciuto negli Usa.Si è formato come trader di Goldman Sachs, la superbanca grande giustiziera del suo paese.

Nessuna esperienza politica e chiare tracce di finanziarismo speculativo.

La versione greca di Elly Schlein è stato anch’esso eletto con il metodo delle primarie generali.

La terapia è la stessa per i due paesi UE più problematici e refrattari all’omologazione.

Paesi che hanno consuetudini omologhe ( ” una faccia una razza”), cittadini che “nun ce vonno stà” e governanti già reclutati ma sciuponi e spendaccioni.
Dalla Grecia all’Italia: Enrico Letta, ex segretario pd, redigerà per il Consiglio dell’Unione Europea un rapporto strategico sul mercato unico.

Connettere e trovare legami fra fatti apparentemente scollegati e estranei significa comprendere il nesso e l’anima delle cose e in questo caso il disegno del Mondo di Sopra.

Con la destra istituzionale il finanziarismo USA ha un feeling storico.Tantovero che gli arruolamenti dei sanculotti destrorsi divenuti consoli è di regola semplice e naturale.

Con la sinistra la questione è più complessa

E’ vero che in virtu’ della ‘ Mutazione’ evocata da Luca Ricolfi e rimbalzata anche nel Pensiero Unico, il pd ha cambiato pelle e si è allineato al new deal.

Ma è anche vero che la Wasp ( White anglo saxon protestant) e le dirigenze bancarie e finanziarie internazionali hanno vivo il feticcio del comunismo occidentale,sempre potenzialmente temibile e da neutralizzare.

Devitalizzare il pd e renderlo inerte diviene un passaggio ineludibile.

È così che si procede alla rottura dello schema culturale e organizzativo con l’introduzione ai vertici di personalità estranee, magari elette dai non iscritti,
possibilmente legate alla finanza e alla speculazione.Il tutto sostenuto da campagne mediatiche sul ” processo ” di apertura ai cittadini e sulla fine del partito chiuso legato a schemi obsoleti .

L’operazione appare un progresso,una vittoria del nuovo e della democrazia

Prima Matteo Renzi, definito il rottamatore del Pd,che addirittura tenta il delitto perfetto con il ‘Patto del Nazareno’ ( accordo Pd Fi).

Poi alla segreteria che fu di Enrico Berlinguer,sale l’ arnese più importante della postdemocrazia finanziarista in circolazione in Italia.Un altro Enrico,Letta, cioè il responsabile italiano della Trilateral Commission,il sancta sanctorum della finanza speculativa internazionale,che lavora per il governo della finanza in vece della politica.
Ora è in scena Elly:’non sono italiana, non sono cristiana ,non sono una madre ,amo una donna’.Icona perfetta da contrapporre a Giorgia.

La gara si svolge in un campo secondario,lontano da quello Centrale e dai punti di forza che potrebbero rendere il pd temibile .

Oggi il Pd rappresenta una sinistra delle minoranze,con al centro dell’azione il successo dei diritti civili in fatto di sessualità ,di adozioni e simili.

In questo modo i postcomunisti guidati da leader fuori posto rimangono lontani dalle tematiche economiche,sociali,da un possibile risveglio di empiti popolari avversari dei nuovi padroni del mondo .

Lo scopo di costoro era e rimane quello di devitalizzare la democrazia reale, svuotare le istituzioni,tenere i cittadini fuori dallo spettro decisionale, addomesticare i refrattari,anche potenziali,partiti compresi.

Nonostante la strategia postdemocratica e le numerose falle e gli acciacchi che comunque l’affliggono,il Pd naviga sempre sul 20% .

Il che significa che la sinistra stoffa ne avrebbe

Una neosinistra con progetti e personale politico all’altezza servirebbe a placare le ambizioni postdemocratiche e a frenare l’incontenible abbraccio fra Kissinger, Biden e Meloni.

Bilancerebbe il sistema, darebbe impulso alle istituzioni, metterebbe ai margini al suo interno gli affiliati alla postdemocrazia.

Un pd cosí malmesso invece è fra i principali responsabili del cammino verso l’abisso e anche delle pessime scelte governative in tema economico e finanziario.

Ciò ovviamente nulla toglie al fatto che per il pd vale sempre quanto disse Francois Mauriac sulla Germania : “Amo talmente la Germania ,che sono proprio contento che ce ne siano due.”
Ma questa è tutta un’altra storia.

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