Fare Donne, anche il voto è libertà, e la libertà si esercita
C’è un gesto semplice, ysilenzioso ma potentissimo, che consiste nell’apporre una croce su una scheda.
Un gesto che racchiude in sé la storia di chi, per secoli, non ha potuto farlo.
Un gesto che, per tutti, ma ancora di piu per noi donne, significa libertà, dignità, presenza
Perché non dobbiamo dimenticare che fino al 1946, le donne italiane non votavano. Non decidevano, non sceglievano, non partecipavano alla vita pubblica.
Poi arrivò quel benedetto 2 Giugno, e fu il giorno in cui tutte le Italiane entrarono nella storia con una matita in mano. E da allora, ogni volta che voto, che votiamo, rendiamo omaggio a chi ha lottato, allora per oggi, anche per noi.
Eppure, dopo quasi ottant’anni, la conquista non può dirsi compiuta del tutto
Certamente, per la prima volta nella storia repubblicana, abbiamo un Presidente del Consiglio donna, un fatto che resta un segnale di cambiamento epocale.
Tuttavia, non basta una donna al vertice per dire che la parità è realizzata.
Le donne oggi siedono nei consigli di amministrazione, guidano aziende, magistrature, studi professionali, redazioni giornalistiche.
Ma quante di loro devono ancora lottare il doppio per ottenere un minimo riconoscimento?
Quante vengono giudicate più per il tono di voce o per l’abito che indossano, piuttosto che per le competenze che possiedono?
Ecco perché votare conta.
Votare significa non arretrare. Significa dire, io ci sono, io partecipo, io scelgo.
E non importa per chi, purché la scelta sia consapevole, pensata e libera.
Le donne, più di chiunque altro, sanno guardare alla concretezza
Non si perdono nei giochi di potere, ma si concentrano sui problemi reali: la sicurezza, il lavoro, la sanità.
Tre parole che in Toscana, come in tante altre regioni italiane, segnano la differenza tra una politica vissuta e una politica distante.
La sicurezza non è solo ordine pubblico, ma anche protezione dei più fragili, prevenzione della violenza, vivibilità dei territori
Il lavoro resta il terreno più scivoloso, ancora troppe donne costrette a scegliere tra maternità e carriera, ancora troppi stipendi diseguali, ancora troppi talenti sprecati.
E la sanità, un tempo eccellenza toscana, oggi mostra le sue crepe, liste d’attesa infinite, medici e infermieri allo stremo, servizi territoriali impoveriti.
Sono queste le sfide che dovrebbero orientare il nostro voto.
Perché non c’è progresso vero se non riguarda tutti, e non c’è giustizia se non attraversa la vita quotidiana delle persone
È importante che votiate.
Che abbiate un’idea, che vi informiate, che vi confrontiate.
Le donne lo sanno, nessuna conquista è per sempre.
Ogni diritto, ogni passo avanti va difeso, custodito, alimentato.
E ogni voto, anche il più piccolo, è una dichiarazione d’indipendenza
Per questo, andare a votare non è un gesto di routine, ma un atto d’amore verso la democrazia e verso noi stesse.
Perché la libertà non si eredita, si esercita.
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