Facebook censura anche la cultura: cancellata la pagina della casa editrice Altaforte

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Facebook non rallenta, ma anzi incrementa la sua politica di censura dei contenuti non conformi al globalismo. La piattaforma di Zuckemberg, inizialmente considerata un luogo dove potersi esprimere liberamente rispetto ai media mainstream, si sta trasformando nel luogo simbolo della limitazione della libertà di pensiero.

Dopo la guerra ai contenuti non allineati al pensiero “liberal”, che ha visto la cancellazione di migliaia di pagine e profili facebook di cittadini italiani, colpevoli solo di immaginare un mondo diverso da quello auspicato dalle multinazionali, oggi la privazione della possibilità di esprimersi ha raggiunto livelli davvero spregevoli. La casa editrice sovranista Altaforte, si è vista eliminare arbitrariamente la propria pagina ufficiale, dove comparivano semplicemente le varie pubblicazioni in uscita. Giusto per capire di cosa si parla, sulla home page del proprio sito, in questo momento, Altaforte propone un libro-intervista con una forte accusa all’UE del Leader di CasaPound Italia Simone Di Stefano. Un testo che analizza le strategie mondiali per le risorse energetiche. Un approfondimento su ciò che non torna nell’emergenza coronavirus. Un saggio storico sulle armi.

Niente che possa far gridare al sovversivismo per il nostro ordinamento. Tutti temi da non mostrare agli utenti per la psicopolizia facebokkiana.

“Decisione assurda e inaccettabile. – Si legge in una nota diffusa dalla casa editrice – che non corrisponde assolutamente alla realtà dei fatti”.
“Quella di censurare la pagina, senza possibilità di replica, – continua la nota – è una decisione puramente politica. Dovuta al fatto che la nostra è una casa editrice sovranista e non allineata, posizione evidentemente scomoda per i guardiani del pensiero unico”.
“Non vogliamo commentare ulteriormente – si legge a conclusione – e procederemo per vie legali contro Facebook visto il danno economico e di immagine che deriva da questa decisione”.

IL PRECEDENTE

Probabilmente si ripeterà lo scenario già verificatosi con il movimento politico CasaPound Italia, al quale Facebook ha dovuto riattivare con urgenza la pagina su indicazione del Tribunale di Roma. Per ben due volte i giudici hanno sentenziato che Facebook non può censurare a proprio piacimento, libertà d’espressione e pluralismo sono punti fondamentali della nostra Costituzione.

La multinazionale, quindi, nonostante abbia ricevuto dette sentenze sfavorevoli, continua a violare sistematicamente la nostra Carta Costituzionale ed altre importanti norme vigenti nel nostro Paese. Per adesso ha dovuto pagare un risarcimento al movimento della Tartaruga frecciata. In futuro, lo Stato italiano dovrà dotarsi di norme più precise e severe per ridurre la discrezionalità ideologica dei soggetti che dirigono il social network.

Non scordiamoci che questi portali oggi influiscono pesantemente sulla politica, sulle abitudini e sul mercato. Non possiamo permettere a dei privati che operano in regime di monopolio di ergersi al di sopra dello Stato. E’ decisamente auspicabile che vengano inserite al più presto sanzioni pecuniarie pesantissime per prevenire il reiterarsi di questi inaccettabili atteggiamenti.

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