Fabio Fazio più maggiordomo che intervistatore di Macron

Solo Fabio Fazio riesce a fare un’intervista senza fare domande. La sua intervista – non intervista a Macron andata in onda su Rai Uno a Che tempo che fa, è uno dei capitoli più imbarazzanti della storia del giornalismo italiano. A Fazio ancora tutto è concesso, anche rendere un pessimo servizio all’immagine dell’Italia e degli italiani con i soldi pubblici.

Non una domanda sulla rivolta dei gilet gialli. Non una domanda sul tema dell’immigrazione e dell’atteggiamento dei gendarmi francesi al confine di Ventimiglia. Non una parola sulla grande crisi di consenso di Macron. Quando timidamente Fazio gli chiede delle politiche Europee, il presidente replica che la risposta non possono essere i “nazionalismi”: proprio lui, presidente di una Francia che tiene in scacco ben 14 paesi africani con una moneta-capestro. Giorgia Meloni prima della sua trasferta statunitense aveva chiesto ironicamente a Fazio di chiedere a Macron della sua politica in Africa. Se ne è ben guardato.

Quando il conduttore gli chiede conto della “sensazione” che Parigi e Berlino vogliano decidere per conto loro, in modo piuttosto esplicito Macron conferma che proprio questa è la direzione: «La mia responsabilità è che ci sia un minimo ma anche un massimo di concordia con l’alleato tedesco, perché altrimenti l’Europa non può andare avanti». Salvo poi aggiungere che «il dialogo con Roma resta essenziale». «La collera riparte quando si insinua il dubbio nelle democrazie, e con lei gli odi peggiori: il razzismo, l’antisemitismo». Gli italiani si sono sentiti ridare dei razzisti, senza motivo, senza fondamento e, cosa ancora più grave, al microfono di un giornalista italiano, che invece di indignarsi sorride estatico e compiacente.

Non contento il servo Fazio dichiara: “Si dice che Parigi sia la capitale d’Italia”. Questo signore lo paghiamo noi italiani, a suon di milioni.

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